La responsabile nazionale disabilità, Michela Mirani si batte per la tutela e la partecipazione sociale dei più deboli

Michela Mirani

35 anni, assessore al Sociale in un piccolo centro del pavese, una patologia autoimmune cronica e una sindrome fibromialgica in accertamento. Da febbraio è responsabile politico nazionale del dipartimento Disabilità per Rivoluzione Cristiana, il partito di ispirazione cristiano-cattolica presieduto dall’ex Ministro Gianfranco Rotondi. “Delega che ho fortemente voluto” precisa. E annuncia: “A settembre, insieme all’on Rotondi, che mi ha dato da subito il suo appoggio, incontrerò il leader di uno dei maggiori partiti della scena politica nazionale e gli chiederò di annoverare tra le priorità dell’agenda politica misure a sostegno di malati e disabili”. “Nell'”albero delle libertà” manca il ramo dedicato a loro, ai più fragili. Malati, anziani e disabili devono avere visibilità maggiore. Nessuno o ben pochi politici se ne curano”.

Michela Mirani, cosa chiederà in quell’incontro?
” Quattro cose ovvero semplificare l’iter di accertamento degli stati invalidanti e di handicap, abolendo la pletora di commissioni medico-legali istituite all’uopo che rappresentano solo farragine burocratica, così si recupererebbero risorse da investire per implementare assistenza e qualità di vita del paziente; incrementare il Fondo Non Autosufficienze che finanzia interventi assistenziali a favore di disabili gravi, malati terminali, malati rari, anziani non autosufficienti, potenziando la rete di assistenza domiciliare perché i malati vogliono essere curati a casa propria e non in istituto; integrare l’assegno d’invalidità, 280,00 euro sono una miseria per chi deve provvedere anche alle spese mediche; istituire un Sottosegretario con delega alla Disabilità che sia riferimento costante per malati, famiglie, associazionismo e che si rapporti con le amministrazioni centrali intervenendo nei processi decisionali.

Qual è, dunque, il Suo principale obiettivo?
L’unica cosa che conta è aiutare chi ha bisogno. Dobbiamo ridare umanità alla politica, approvando provvedimenti che migliorino la qualità della vita dei cittadini, soprattutto di chi soffre o non è autosufficiente. E siccome molto probabilmente alle prossime politiche avrò un ruolo attivo, intendo spendermi totalmente per dare voce agli ultimi, a chi è sempre stato messo da parte dall’azione pubblica.
A malati, disabili, anziani manca una rappresentanza. E io mi metterò al loro servizio senza presunzione, ma con grande umiltà e determinazione. Non sarà facile, io sono una persona comune, ma ho cuore e coraggio.

Cosa dice a coloro che Lei tutela, i disabili?

Che più di tutto ho voi, malati, disabili, gente comune, che ogni giorno mi scalda il cuore con gesti e messaggi di stima e di affetto. E’ insieme a voi che proseguo il mio cammino di impegno nel sociale, e sempre con voi spero di poter condividere la gioia di dare una mano concreta a chi la chiede.

Testo raccolto da Chantal Fantuzzi