Gli omicidi familiari d’oggigiorno NON hanno radici classiche

Né tantomeno medioevali. Sono piuttosto frutto di una società malata, all’interno della quale l’essere umano è incapace di accettare se stesso e le scelte del partner. Viaggio nel medioevo parigino e nella Grecia classica, per ricercare l’origine della tragedia

Da Abelardo ed Eloisa al divorzio del giorno d’oggi

Leighton – Abelardo ed Eloisa

Memorabile è la vicenda nella Parigi del principio del XII secolo tra il filosofo Abelardo e la sua allieva Eloisa (la quale curerà l’epistolario giuntoci), uniti tanto dall’ardore quanto dalla cultura, sposati, ma divisi dall’orribile violenza che lo zio di lei commette contro Abelardo, evirandolo. Divenuti rispettivamente frate e monaca, intraprendono, senza mai più rivedersi, un epistolario intriso di fondamenti filosofici sia greco romani che ebraici, teologia cristiana e indagine sulla condanna terrena, che essi, concludono, è stata provvidenzialmente voluta da Dio per redimerli dai peccati carnali commessi.
Una visione cupa dell’amore e della sessualità, carca di colpa e peccato, tuttavia consona alla mite consapevolezza medioevale, che però è funzionale per comprendere quanto la forza dell’amore leghi due persone divise ma unite sino alla morte.
Oggi, divorziare è la consuetudine. Spesso la separazione, non voluta da uno dei due coniugi, termina in tragedia. Fiumi di sangue inondano ogni giorno i telegiornali portando in tavola omicidi familiari.

Tragedie familiari d’oggigiorno – tragedie greche

Rachel Weisz nel film drammatico peplum Agorà

L’Antica Grecia aveva raggiunto la concezione dell’orrore familiare tramite la tragedia, per purificare coloro che vi assistevano ed esorcizzarlo. Dall’incesto indagato da Sofocle attraverso una terribile fatalità, all’uxoricidio di Ercole e all’infanticidio, per punire il marito che l’ha tradita, di Medea, entrambi sondati da Euripide.
Oggi il terrore che i Greci avevano messo in scena per esorcizzare, accade.
La tragedia greca che veniva messa in scena per indicare una condizione d’estremo orrore, oggi si realizza per davvero.
Perseverano la mancanza di stabilità e l’incapacità di perseverare in una condizione scelta, con la complicità di un orrore che si avvera quotidianamente.
Anche il rifiuto al consenso amoroso, nelle liriche greche combattuto con scherzosa e sferzante invettiva giambica oppure visto con elegante distacco come errore e pudore da parte dell’amata, o, ancora, vissuto con melanconico lamento dall’innamorato, oggi si conclude in omicidio.
L’essere umano attuale pare pertanto esser divenuto incapace di accettare un “sì” personale e un “no” altrui.
L’assenso e il diniego erano i poli su cui si basava la razionalità, complice anche la moderatezza, la metriotes oraziana. Oggi, non più percepiti, creano disordine nella mente dell’agente, e terrore per l’oggetto.

Chantal Fantuzzi