Credo che la sera della vigilia di Natale non sia il momento più ideale per esprimere qualcosa che si distanzi dalla gioia. Eppure ho deciso di farlo. Il telegiornale RSI delle 20.00, dopo averci dato il benvenuto, ha aperto l’edizione dicendo che solo il 15 % dei giovani “crede ancora in Dio”. Sembra che lo abbia rivelato un sondaggio fra le reclute. Invece io dico che costoro (ossia quei geni che trovano interessante una tale fanfaluca a quattro ore dalla Mezzanotte Santa) non si sognerebbero di rivolgere ai giovani una domanda analoga ma non troppo: “Credete voi nella televisione?”. In altre parole, ne sentireste la mancanza se essa non esistesse?

Stasera l’ho spenta. Il fatto evidente è che ormai siamo arrivati a considerare la religiosità come l’ultimo modello di smartphone. E allora non posso che dire come ho imparato tanti anni fa nel vecchio Catechismo: “Dio è l’Essere perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra”. Che cosa voglia dire, un po’ di intelligenza ce lo spiega. La nostra risposta, certo, non può essere che un atto di fede. Però il TG nostro (o nostrano?) la semplifica in modo assurdo, senza sapere che se ne discute da duemila anni nell’ambito del cristianesimo, e da ben prima se pensiamo ad Adamo ed Eva. E la RSI, che queste cose non le sa, pretende di dire, oltretutto il 24 dicembre, che tutto dipende da un sondaggio. L’ha deciso lei. È abbastanza una risata che sommerga il sito di Comano?

Franco Cavallero