Una storia agghiacciante quella di José Luis Lagunas Rosales, 17enne messicano meglio conosciuto come “il pirata si Culiacàn”. Dapprima lavorava presso un autolavaggio fino a che un video virale l’ha reso celebre.

Girato da un amico mentre Josè era ubriaco, il video ritrae il ragazzo praticamente incapace di reggersi in piedi proferire insulti e volgarità. La fama derivata dalle visualizzazioni l’ha reso un personaggio “celebre” nelle discoteche e nei bar della sua zona nel nord del Messico, dove spesso e volentieri si esibiva nonostante la sua minore età.

Protetto sotto l’ala del produttore musicale Josuè Balderrama e della star di Youtube Beto Sierra, la star del web aveva acquistato sempre più seguaci e aveva cominciato a curare il suo stile e il suo personaggio, caratterizzandosi da abiti firmati e vistosi e sfoggiando uno stile di vita pacchiano: auto fiammanti, serate ad alto tasso alcolico e tigri al guinzaglio sono solo alcuni dei molti esempi.

La sua fama era arrivata anche al di là del confine tra i molti immigrati messicani che vivono degli USA.

Qualche settimana fa tuttavia, José Luis aveva superato quei confini invisibili imposti dalla mafia locale insultando in un video girato col suo smartphone il boss del cartello Jalisco Nueva Generación, Nemesio Oseguera Cervantes soprannominato “Mi El Mencho”. Il gesto gli è stato fatale: il giovane è stato ucciso da una raffica di mitra in un bar di Tlaquepaque.