Il corpo di Alberto Villani, 37 anni residente a Pavia, è stato ritrovato chiuso in un sacco di plastica nero gettato ai margini di una strada a Tlaltizapán, comune messicano di 50 mila abitanti dello stato di Morelos ad un centinaio di chilometri dalla capitale Città del Messico, ucciso con due colpi di arma da fuoco alla testa. Un’esecuzione in piena regola anche se il movente resta ancora misterioso. Accanto al cadavere è stato lasciato appositamente un cartello con la scritta in spagnolo: «questo è successo perché sono un ladro».
Villani era originario della città portuale Valencia, e viaggiava spesso per motivi di lavoro nei paesi di lingua spagnola.
Il cognato di Villani ipotizza che «possa aver scelto le persone sbagliate con cui lavorare». Pare che si stesse occupando di una consulenza per l’apertura di un ufficio di servizi finanziari assieme a dei soci messicani.
L’ambito attorno al quale gli inquirenti messicani si stanno concentrando è quello del lavoro. Non è escluso che il broker italiano abbia pagato con la vita alcune complicazioni legate all’affare che stava seguendo. Ma non si escludono a priori anche altre piste: potrebbe essere stato vittima di una rapina. La polizia messicana ha scoperto, infatti, che la valigia e gli effetti personali dell’uomo sono spariti dall’albergo di Cuautla, la località dove risiedeva. L’inchiesta viene seguita anche in Italia dalla procura di Roma, che nei prossimi giorni potrebbe inviare in Messico alcuni investigatori della polizia giudiziaria.
Mentre il Messico è conosciuto per i suoi spettacolari paesaggi, l’hotspot turistico è in preda a un’ondata criminale brutale e in crescita che minaccia il paese intero. Il tasso di omicidi è raddoppiato dallo scorso anno. In mezzo a un fiorente commercio di droga e all’estesa estorsione, la paura è dilagante e la maggior parte degli omicidi è irrisolta. La situazione è così terribile che l’industria del turismo da molti miliardi di dollari è seriamente minacciata. Prima Acapulco, che una volta era considerata una delle località più glamour del mondo, poi Cancun, con le sue splendide spiagge di sabbia bianca e acque turchesi. Il problema si sta diffondendo e ci sono timori che il Messico sia sull’orlo della rovina per quanto riguarda il turismo.
I media messicani al momento non rilasciano molte informazioni, anzi, sono alle prese con l’inizio della campagna presidenziale che il prossimo primo luglio deciderà chi guiderà il “paese della tequila” nei prossimi anni, e non hanno dato all’omicidio del broker italiano lo stesso spazio riservato ai tre italiani di origine napoletana scomparsi ormai da due mesi. Di sicuro non ci sono legami tra i due accadimenti perché, mentre per i venditori di generatori elettrici i criminali hanno cercato di far perdere le loro tracce, nel caso di Alberto Villani hanno voluto lasciare un messaggio chiaro accanto al suo cadavere. Del resto, il sistema dei messaggi è usato da tempo dai cartelli della criminalità organizzata messicana per recapitare a chi di dovere un messaggio ben preciso. Ora, nel caso del broker pavese, resta un mistero per conto di chi Villani intermediasse capitali.
A differenza di tanti altri viaggi tra la Spagna e l’America latina, non era mai accaduto prima – a detta di una vicina di casa del Villani – che la moglie si trasferisse a casa della sorella. Forse per paura di rimanere sola ma, soprattutto, ci si domanda a chi era indirizzato il messaggio sibillino rintracciato sul cadavere del marito.
La speranza è che le indagini delle due autorità messicane e italiane possano portare un po’ di luce su un omicidio che, proprio per quel messaggio, appare escludere che si possa essere trattato solo di una rapina finita male.