Come già abbiamo avuto modo di osservare in analoghe circostanze, questo articolo utilizza esclusivamente fonti israeliane e presenta il punto di vista israeliano sugli eventi.
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Gerusalemme 7 aprile 2018
Il portavoce dell’I.D.F. (Israel Defence Force) Generale di Brigata Ronen Nellis, durante la conferenza stampa tenuta la sera di Venerdì 6 Aprile ha dichiarato che i dimostranti palestinesi che hanno infiammato il confine erano circa ventimila, divisi in otto eventi diversi, lungo la rete che separa Israele dalla Striscia di Gaza.
Durante le dimostrazioni, che sono state comunque meno violente di quelle del venerdì precedente, segno che l’impeto sta probabilmente scemando, ci sono comunque stati attacchi con bombe molotov e diversi colpi di arma da fuoco verso le guardie di confine israeliane, ai quali sono seguiti tentativi di tagliare la recinzione e passare il confine. Tentativi sventati dall’intervento dei militari di guardia.
La ferma risposta della scorsa settimana da parte delle forze di sicurezza e dell’I.D.F., sempre secondo le dichiarazioni del portavoce, ha creato una certa deterrenza e calo nel numero di manifestanti. Questo ha probabilmente portato Hamas a ripensare sulla rotta intrapresa: “La ferma risposta della settimana scorsa e l’aver messo in chiaro che non sarebbe stata tollerata nessuna forzatura della linea di confine, ha trasmesso ad Hamas le regole secondo Israele”.
Il Gen. Ronen Nellis ha detto inoltre di avere le prove che Hamas ha mandato avanti i bambini utilizzandoli come arma mediatica e ha accusato il leader della organizzazione a Gaza, Yahya Sinwar, della responsabilità per l’escalation.
Come testimoniato da decine di fotografie che hanno fatto il giro del mondo, migliaia di pneumatici sono stati dati alle fiamme e il fumo denso e tossico che ne è scaturito non è arrivato in Israele solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco del Comando del Sud che hanno fatto un ampio uso di cannoni ad acqua per non far dilagare le fiamme e di enormi ventilatori che hanno mantenuto a distanza dalla linea di confine il fumo e le sostanze tossiche in esso contenuto.
Ecco perché il venerdì che inizialmente era stato chiamato ‘del fumo e dei pneumatici’ è poi diventato il venerdì dei ‘ventilatori e cannoni ad acqua’.
E’ la prima volta da tanto tempo che i vigili del fuoco vengono utilizzati sulla linea di scontri a scopo preventivo, i cannoni ad acqua adoperati sono quelli solitamente usati negli incendi boschivi o di guardia negli aeroporti, mentre i potentissimi ventilatori sono quelli usati per fermare la base delle fiamme quando c’è vento contrario.
Il bilancio dei morti è comunque molto alto, 9 sono le persone rimaste uccise negli scontri, 8 manifestanti e un giornalista che stava riprendendo gli incendi.
Anche se si ha la sensazione che la situazione si stia lentamente calmando e le proteste scemando, sia da una parte che dall’altra del confine si rimane con la guardia bene alzata perché gli animi sono comunque agitati e basta davvero poco per far riesplodere le violenze, come ad esempio la bandiera con la svastica nazista che per diverse ore i palestinesi hanno messo bene in vista e fatto sventolare poco lontano dalla barriera di confine.
Michael Sfaradi