Questo pezzo è stato pubblicato il 13 aprile 2015 da Ticinolive. Lo ripropongo come
PENSIERO DEL GIORNO
Oggi mi sono imbattuto in qualcosa*** che mi ha fatto pensare al potere del denaro. Mi sono detto: devo scrivere un pensiero. Ma… non avevo tempo; e sono notoriamente uno scrittore faticoso e lento, per di più sono in partenza.
Allora, ho cercato sul web. E ho trovato questo. L’ho trovato in fretta e subito mi sono detto: può andare. Prende l’avvio da una citazione di Goethe e prosegue con una serie di riflessioni filosofiche. Geniale l’idea del “brutto che non è brutto”, dello “storpio che non è storpio”, grazie al denaro. Chi è l’autore? Uno famoso. Ah, alla fine ve lo dirò!
≪Eh, diavolo! Certamente mani e piedi, testa e sedere son tuoi! Ma tutto quel che io mi posso godere allegramente, non e forse meno mio? Se posso pagarmi sei stalloni, le loro forze non sono le mie? Io ci corro su, e sono perfettamente a mio agio come se io avessi ventiquattro gambe≫ (Goethe, Faust, Mefistofele).
Per comprenderlo, cominciamo dall’interpretazione del passo di Goethe. Ciò che mediante il denaro è a mia disposizione, ciò che io posso pagare, ciò che il denaro può comprare, quello sono io stesso, il possessore del denaro medesimo.
Quanto grande è il potere del denaro, tanto grande è il mio potere. Le caratteristiche del denaro sono le mie stesse caratteristiche e le mie forze essenziali, cioè sono le caratteristiche e le forze essenziali del suo possessore. Ciò che io sono e posso, non è quindi affatto determinato dalla mia individualità. Io sono brutto, ma posso comprarmi la più bella tra le donne. E quindi io non sono brutto, perché l’effetto della bruttezza, la sua forza repulsiva, è annullata dal denaro. Io, considerato come individuo, sono storpio, ma il denaro mi procura ventiquattro gambe; quindi non sono storpio.
Io sono un uomo malvagio, disonesto, senza scrupoli, stupido; ma il denaro è onorato, e quindi anche il suo possessore. Il denaro è il bene supremo, e quindi il suo possessore è buono; il denaro inoltre mi toglie la pena di esser disonesto; e quindi si presume che io sia onesto.
Io sono uno stupido, ma il denaro è la vera intelligenza di tutte le cose; e allora come potrebbe essere stupido chi lo possiede? Inoltre costui potrà sempre comperarsi le persone intelligenti, e chi ha potere sulle persone intelligenti, non è più intelligente delle persone intelligenti? Io che col denaro ho la facoltà di procurarmi tutto quello a cui il cuore umano aspira, non possiedo forse tutte le umane facoltà? Forse che il mio denaro non trasforma tutte le mie deficienze nel loro contrario?
Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844
*** Esattamente che cosa? Non dico. Io non dico mai tutto. Non sono obbligato.