Ci ha molto colpiti questo interessante e battagliero articolo di un giovane attivista di sinistra. Tanto per chiarire, non è grande ai nostri occhi la differenza tra socialisti “del tipo A” e socialisti “del tipo B”. Ma questo vale solo per noi, a giudizio di coloro che vogliono “una società più giusta” la spaccatura è grande.

Il risultato ottenuto dal Fronte “Nessun regalo ai ricchi!” è senz’altro eccellente ed avrebbe meritato addirittura la vittoria. Bisogna però aggiungere, ai fini di una valutazione corretta, che, mentre gli oppositori erano mobilitati allo spasimo, molti (tiepidi, o tiepidissimi) fautori del Sì non sono neppure andati a votare, per disinteresse o per indolenza.

Colpisce il giovanile disprezzo condito con giovanile arroganza verso “misure sociali insignificanti”. Qui vien quasi da sentirsi in colpa, e pensare: “Venti milioni erano davvero pochi, che misera offerta. Forse meglio quaranta, oppure sessanta?” Illusione! Sarebbero stati disprezzati anche quelli. 

Interessante infine l’accenno alla corsa di Bertoli per un terzo mandato. Su questo punto abbiamo un’opinione precisa: se egli vincerà la votazione – importante – che gli sta davanti e lo attende, la sua candidatura è sicura.

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Il Partito socialista è morto con il risultato della Riforma fiscale di questa domenica. Quella che fu la principale istituzione di difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori in Ticino oggi non esiste più, è diventata una zavorra per le lotte portate avanti dalla sinistra. Malgrado la base del partito continui ad impegnarsi in favore di una società più giusta, l’establishment socialista si allea con la casta che governa questo cantone e l’aiuta a far passare delle politiche neoliberali di regali fiscali ai super ricchi.

Come tutti sanno, il risultato è stato risicatissimo: sono bastate 193 schede a far pendere l’ago della bilancia in favore della Riforma fiscale. Possiamo quindi tranquillamente affermare che la riforma non sarebbe passata senza il sostegno dell’élite del PS (il suo Consigliere di stato, quasi tutto il gruppo parlamentare, i municipali dei principali centri urbani del cantone, il braccio del partito che controlla il VPOD). Visto che la base del partito si era opposta vigorosamente alla riforma, ci si aspetterebbe che la direzione del PS reagisca con decisione contro quei sabotatori che hanno fatto campagna a favore dei regali fiscali ai super ricchi in cambio di misure sociali insignificanti. E invece il presidente del partito Igor Righini fa spallucce e si lascia scivolare tutto addosso. Anzi, peggio: ai microfoni di Teleticino giustifica le scelte di Bertoli (“Il nostro ministro agisce all’interno del governo e deve rispettare la collegialità. Non abbiamo agito contro Bertoli.”) e, colmo dell’assurdo, al Quotidiano afferma addirittura che “il PS è vincitore perché si è comportato come bisognava comportarsi”.

Insomma, con il risultato di domenica il PS ha ufficialmente cessato di essere l’istituzione di riferimento del popolo della sinistra ticinese. La base socialista ormai sa che se vuole cambiare questo cantone non può sostenere un partito del genere, dove i suoi interessi vengono impunemente calpestati. L’arrivo di Igor Righini alla direzione del PS aveva lasciato intravedere un sogno di cambiamento che purtroppo non si è mai avverato e che, visto l’andazzo di questi anni, non potrà mai avverarsi. Questo perché l’élite del partito può fare quello che vuole – incluso fare campagna attivamente contro le decisioni della base! – senza incappare in alcuna sanzione. Non per niente Bertoli sarà con tutta probabilità ricandidato al Consiglio di Stato con il benestare della direzione, la quale ha recentemente nominato una Commissione cerca (in barba agli statuti del partito che prevedono che sia il Comitato cantonale ad occuparsene) composta in buona parte da simpatizzanti dell’ala istituzionale del partito.

Care compagne e cari compagni, purtroppo il PS non rappresenta più i vostri interessi. I vostri sforzi continueranno a essere vanificati dall’élite del partito, che ha una visione del mondo completamente diversa dalla nostra. E per quanto la direzione del PS dica di essere dalla vostra parte, non avrà mai la forza di cambiare le cose, come confermato dall’attitudine arrendevole di Righini.

Gli anni della Guerra fredda son finiti, per fortuna! La sinistra non è più divisa tra riformisti e rivoluzionari, ma tra chi accetta lo status quo neoliberale (come i “compagni” Bertoli, Ghisletta e compagnia bella) e chi lotta per creare una società più giusta. L’élite del PS, lo abbiamo visto ancora una volta questo fine settimana, appartiene alla prima categoria, mentre noi del popolo della sinistra apparteniamo alla seconda. Ma non temete, in Ticino non mancano le alternative. Oltre ai vari partiti della sinistra radicale e ai Verdi, la resistenza alle politiche miopi del governo ticinese può ormai contare anche su un movimento sindacale combattivo, capitanato da Unia, e su un’organizzazione come il Forum Alternativo. Compagne e compagni, abbandonate quindi il PS. Fate capire all’élite del partito che senza di voi non sono nulla. Confluite in quelle formazioni che operano per una rifondazione e per l’unità della sinistra, e che come voi si danno da fare per creare una società più giusta, liberata dal dominio dell’uomo sull’uomo.

Damiano Bardelli su Forum alternativo