Riceviamo e volentieri pubblichiamo, sperando che altri media, più importanti di noi, facciano lo stesso.

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In un opuscolo  inviato negli scorsi giorni ai cittadini di Balerna, Novazzano e Chiasso la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha informato che a partire dal 2022/2023 dovrebbe entrare in funzione il nuovo Centro federale d’asilo che avrà una capienza di 350 posti letto e che verrà costruito in una zona al confine fra Balerna e Novazzano. Dove ospitare i richiedenti l’asilo durante la fase di transizione ? Nell’opuscolo si ribadisce che in cima alle priorità c’è l’ex-caserma di Losone,  ma qualora i losonesi non fossero d’accordo vi sarebbe già un’alternativa, ossia quella di utilizzare a partire dalla primavera del 2019  l’edificio delle FFS, in zona  Pasture (a Balerna/Novazzano), che potrebbe ospitare 220 persone .

E’ dunque evidente che nel caso in cui i losonesi, nella votazione in programma il 10 giugno, dovessero bocciare la proposta di riaprire per almeno 3 anni (dalla prossima primavera)  il centro per richiedenti l’asilo , questi ultimi non rimarrebbero senza un tetto perché troverebbero una sistemazione nei pressi della frontiera di Chiasso. Ciò fra l’altro eviterebbe perdite di tempo e di denaro per le centinaia o migliaia di trasferte che nei prossimi tre anni si renderebbero necessarie per trasportare i richiedenti l’asilo da Chiasso a Losone, in una struttura (l’ex-caserma) che oltretutto da molti punti di vista non sarebbe conforme con le norme previste da leggi e ordinanze in materia di costruzioni destinate all’abitazione   ( si pensi ad esempio all’enorme sovraconsumo di olio combustibile per il riscaldamento e la produzione di acqua calda dovuto alla vetustà delle finestre e delle porte dell’intero fabbricato costruito una settantina di anni fa ).

Per far breccia nei cuori dei cittadini di Losone i  fautori della riapertura del Centro d’asilo puntano molto sull’aspetto umanitario , ma è giusto che i losonesi sappiano che da questo punto di vista anche se uscisse un NO dalla urne non vi sarebbe alcun problema in quanto vi sarebbe già un’alternativa  nel Basso Mendrisiotto,  da molti punti di vista anche più idonea. Ma allora perché sbandierare tanto l’aspetto umanitario ?  Non è che in realtà si tratta solo di un alibi per coprire interessi pur sempre legittimi ma assai meno nobili, come l’affitto di 600’000 franchi  che la Confederazione sarebbe disposta a versare al Comune,  o la possibilità di avere a disposizione gratuitamente della mano d’opera  per piccoli lavori  di utilità pubblica ?

Il sospetto è lecito se si pensa ad esempio che 6 consiglieri comunali dell’UDC – partito che a livello federale e cantonale è giustamente critico verso la politica dell’asilo e che recentemente ha lanciato un’iniziativa contro l’immigrazione di massa sostenuta a Losone dal movimento del Guastafeste – hanno sorprendentemente sottoscritto , assieme ad altri 14 consiglieri comunali in prevalenza dell’area catto-socialista ,  una presa di posizione che invita i losonesi a votare a favore della riapertura del Centro d’asilo all’ex-caserma perché, fra le altre motivazioni, ” offrire un riparo a persone (…) con condizioni economiche disastrose è in primo luogo giusto dal profilo etico e secondariamente formativo per la popolazione locale che ha l’occasione di toccare con mano questo tipo di realtà”.  Tutto il contrario di quel che predica l’UDC a livello federale e cantonale…

Giorgio Ghiringhelli  (sostenitore del NO al Centro d’asilo di Losone)