Si tratta di un giorno storico per l’Irlanda i cui cittadini oggi hanno avuto modo di votare per decidere se abrogare o meno l’ottavo emendamento della Costituzione, che sancisce: “Lo Stato riconosce il diritto alla vita del nascituro e, nel dovuto rispetto dell’eguale diritto alla vita della madre, garantisce nelle sue leggi il rispetto e, per quanto possibile, attraverso le sue leggi di difendere e rivendicare tale diritto”.

L’Irlanda è un paese ancora fortemente influenzato dalla religione cattolica ed è infatti uno dei pochi paesi europei in cui le donne non hanno diritto di decidere se interrompere o meno una gravidanza. L’aborto è illegale in tutte le circostanze, anche nei casi di stupro, incesto o grave anomalia fetale e viene concesso unicamente nel caso in cui la vita della madre è in serio pericolo. Chi trasgredisce può andare incontro a condanne fino a 14 anni di carcere.

Nel caso della vittoria del Sì  verrà proposta una nuova legge entro l’estate così che il parlameno possa votare già alla fine di quest’anno. La bozza di legislazione che è stata presentata prevede il diritto per ogni donna di abortire entro le prime 12 settimane dal concepimento senza alcuna condizione imposta dagli altri.

L’Irlanda ha preso la decisione di abolire il diritto all’aborto nel 1983 e da allora la decisione se praticare o meno la procedura era riservata ai medici che tuttavia quasi sempre si rifiutavano di farlo per convinzioni religiosi o paura delle ripercussioni. Questo fu il motivo per cui l’Irlanda venne condannata dalla Corte europei dei diritti dell’uomo che ha chiesto al paese di adeguare la Costituzione in modo da poter proteggere la salute della donna.

La situazione attuale costringe le irlandesi a cercare aiuto all’estero, principalmente nel Regno Unito e nel Galles. L’alternativa è ordinare online la pillola abortiva e prenderla senza alcuna superivsione da parte di un medico, pratica molto pericolosa.

I seggi saranno aperti dalle 7 del mattino alle 10 di sera e i primi risultato arriveranno domani in mattinata. La campagna portata avanti contro l’abrogazione dell’ottavo emendamento è stata piuttosto aggressiva e ha portato alcuni guai agli “anti-abortisti” che per mesi hanno continuato a diffondere le “fake news” sul referendum di oggi. Utilizzo di bambini con sindrome di Down per fare propaganda  è solo uno dei criticatissimi metodi di promozione della propria idea, inoltre in più di un’occasione hanno detto che votare “Sì” significa approvare l’interruzione di gravidanza fino al sesto mese, fatto assolutamente non vero e smentito numerose volte dalla proposta di legge.

Per ora è difficile fare previsioni, gli ultimi sondaggi darebbero il vantaggio al Sì ma la disttanza tra le due alternative si è ridotta nelle ultime settimane. Probabilmente saranno proprio gli indecisi a fare la differenza.

Il primo ministro irlandese e leader del partito di centrodestra Leo Varadkar ha espresso il suo sostegno all’abolizione dell’ottavo emendamento ma ha lasciato libertà di voto ai suoi sostenitori.