Bath è un’elegantissima cittadina a nordest del Somerset, la regione a sud più a ovest prima della Cornovaglia.

A confronto con la non lontana Glastonbury, la quale, celtica e sperduta nel vento della Britannia, che conserva i propri tratti arcaici, Bath è neoclassica, confortevole e nobiliare. Costruita in pietra dorata dagli architetti Richard Wood padre e figlio nel XVII secolo, presenta splendide case con colonnati, archi e armoniche composizioni in un canone che si ripete armoniosamente.

Simbolo della città è il Pulteney Bridge, progettato e costruito nel 1774 da Robert Adam, lungo 45 metri, che congiunge la parte “nuova” (all’epoca), Batwick, con la parte classica. La differenza tra le due città non si nota, e passare su quei 45 metri di gradevolissima e suggestiva architettura georgiana, sarà piacevole, soprattutto per i molti negozi che, come Ponte Vecchio a Firenze, sfavillano sopra i fornici.

Grandiosa la costruzione attuata sull’Avon, il leggendario fiume (sulle cui rive nacque Shakespeare) che attraversa la città. Tre livelli rialzati stipano la corrente a mo’ di diga, e sulle cascate artificiali i gabbiani si abbeverano, gridando il nome d’Inghilterra al vento. Romanticissimo.

La bellissima abbazia medioevale, terminata nel XV secolo, salvatasi agli attacchi dei crudeli riformatori protestanti (che, al comando di Enrico VIII distrussero ben ottocento chiese!), si staglia al centro della città, con il suo caratteristico campanile gotico inglese, le sue guglie spettacolari. Salite sulla torre dell’abbazia, al prezzo di 8 pounds vi godrete una spettacolare vista della città. Attenzione, però, ai gradini, sono più di 300 e molto ripidi. Non si accede senza una guida.

Ma soprattutto, una visita obbligata è alle terme romane: splendido compendio di conservazione storica della classicità, un’architettura settecentesca (a est) ingloba gli originari bagni romani, contornati da statue di tutti gli imperatori e proconsoli che ebbero a che fare con la conquista della Britannia (da Giulio Cesare, Claudio, Vespasiano, al proconsole Svetonio Paolino al governatore Caio Giulio Agricola, agli imperatori del tardo impero, Adriano e Costantino), e da torce, al piano inferiore, che brillano tutt’oggi. L’acqua è alla costante temperatura di 47 gradi, un prodigio vulcanico. Gli attori, vestiti da servi romani e celti, che si danno il cambio, sono colti e molto affabili. Discorrere con loro sarà piacevolissimo.

Il museo annesso è un interessantissimo esempio di quella grandiosa provincia che fu la Britannia romana dal II al V sec d.C.

Andate a Bath, visitatori d’Inghilterra. Ve ne ricorderete per sempre.

Da Londra Paddington, treno per Temple Meads, fermata Bath Spa. Oppure, da Bristol, l’autobus n. 39.