A nostro avviso manca una domanda, tanto ovvia quanto fondamentale: Quanti e quali consiglieri di Stato hanno sottoscritto la lettera? All’on. Galeazzi è rimasta nella penna…

Negli scorsi giorni abbiamo appreso dalla stampa, e in seguito da una lettera inviata ai deputati ticinesi al Consiglio Nazionale – nella quale sostanzialmente si riferiva l’adesione positiva del Canton Ticino – che la Confederazione ha indetto lo scorso 23 marzo 2018 una consultazione sul miliardo di coesione all’UE.

Tale contributo di coesione sarebbe di 1’302 milioni di Franchi a favore degli Stati UE-13, ovvero quelli che hanno aderito all’Unione dal 2004 ad oggi. Questo secondo contributo, sempre secondo il Consiglio federale, non si inserisce all’interno degli attuali negoziati in corso tra Svizzera e Unione europea su svariati dossier.

In sostanza si tratterebbe di un gesto autonomo del nostro Paese volto a dimostrare buona volontà verso Bruxelles, senza richiedere alcuna contropartita. Nessuna contropartita nella diatriba relativa al riconoscimento d’equivalenza della nostra Borsa rispetto alle Piazze europee, nessuna contropartita in merito al libero accesso dei nostri istituti finanziari al mercato europeo e tanto meno in merito all’accesso delle nostre aziende energetiche al mercato elettrico europeo, per citare alcuni esempi che caratterizzano una relazione commerciale e bilaterale per nulla serena e rispettosa.

La Svizzera ha sempre dimostrato di comportarsi correttamente nel quadro della relazione bilaterale che la lega all’Unione europea in un rapporto paritario, spesso con eccessivo e ingiustificato zelo. Non si può dire la stessa cosa da parte di Bruxelles che, sia in passato come tutt’oggi, non esita a minacciare ritorsioni contro la Confederazione se le questioni “non concordate” non vanno nella direzione da lei auspicata.

Visto quanto sopra esposto, chiediamo al Lodevole Consiglio di Stato di voler rispondere alle seguenti domande:

– Quali sono le motivazioni che hanno spinto il Consiglio di Stato a aderire a questa consultazione formulando parere positivo?

– tenuto conto del fatto che nella votazione popolare del 2006 i ticinesi hanno chiaramente rifiutato il primo “miliardo di coesione” con ben il 62,9 % dei suffragi, perché il Consiglio di Stato si è distanziato dalla volontà democratica avallando acriticamente un ulteriore versamento di ben CHF 1’302 milioni al fondo di coesione europeo?

– altri Cantoni hanno respinto il versamento in consultazione, oppure accettato richiedendo significative contropartite all’Unione europea, quali sono le motivazioni che hanno spinto il Consiglio di Stato ticinese ad avvallare la proposta senza porre alcuna condizione?

– Visto che gli oltre 250 progetti per l’integrazione dei 13 paesi (Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria) sono già stati ultimati, quindi di per sé non avrebbero bisogno di tale contributo. Il Consiglio di Stato non vi intravvede un ulteriore motivo per respingere al mittente tale richiesta?

Tiziano Galeazzi (UDC-LaDestra), primo firmatario
Lara Filippini (UDC-LaDestra), Gabriele Pinoja (UDC-LaDestra), Paolo Pamini (UDC-LaDestra), Sergio Morisoli (UDC-LaDestra), Cleto Ferrari (UDC-LaDestra)