Il 2018, che tra poco più di un mese volgerà al termine, è stato l’anno più caldo della Terra dal 1880. Dal 2000 il riscaldamento globale si è fatto sentire, imperante, sui ghiacci, che si sono sciolti sempre di più: da Kilimangiaro, che rispetto al 1912 ha perso l’85% della sua copertura, al Polo Nord, sotto la superficie del 13,2% e al Polo Sud, in negativo del 1,9%.

In Alaska si è assottigliato il 100% dei ghiacciai, sulle Alpi il 99%, sull’himalaya il 95%, sulle Ande il 92%.

Tra le conseguenze, la sofferenza della coltura industriale del grano, dagli USA al Canada, all’Ucraina, alla Russia, all’Australia alla Turchia e all’Europa.

Chi sono i colpevoli? L’uomo, in primis.

Dalle emissioni artificiali di anidride e carbonica causate dagli allevamenti intensivi degli animali, ai gas serra delle automobili, salite vertiginosamente.

Entro il 2100, nella peggiore delle ipotesi, ci saranno 12 gradi in più, tutto il ghiaccio si scioglierà, l’oceano salirà di 75 metri, inondando le case di un terzo della popolazione globale.

In Italia, in questi giorni in ginocchio per l’alluvione in Veneto, il Mediterraneo sta continuando a salire, entro il 2100 potrebbe coprire 5500km,

Se vogliamo restare con la testa fuori dell’acqua dovremmo dire basta, immediatamente, agli allevamenti intensivi e limitare i viaggi in automobili…