L’Amazzonia è in fiamme. Il riscaldamento globale raggiunge picchi d’incredibile allarme (oggi, a Londra, sono 31 gradi). I grandi della Terra sono in un’elegante città costiera della Francia, sulla costa basca, prediletta dall’aristocrazia europea sin dall’Ottocento, a discutere, sulla brezza marina, del futuro del mondo.

Vi sono “nodi e contrasti”, soprattutto sull’Iran, sulla Russia e sulla guerra commerciale tra USA e Cina. Presenti i sette paesi più industrializzati del mondo: Stati Uniti, Giappone, Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Canada, nonché una piccola delegazione dell’Unione Europea. Si parla di Africa e sviluppo, trasformazione digitale e clima.

E proprio sul clima si erano scontrati in passato Trump e Macron, il primo accusando il secondo di “concentrarsi su temi marginali per ottenere consenso.) I due terranno una conferenza stampa congiunta oggi, alle 15.

Secondo gli analisti per ora il vertice sarebbe stato inconcludente, troppi sconti su troppi temi:  come quello sulla Russia, per la quale è stata esclusa la possibilità di rientrare nel G7, dopo l’annessione della Crimea nel 2014 (l’annessione della regina delle Steppe sarebbe invece fortemente voluta da Trump, il quale sostiene che con Mosca all’interno di nuovo del G7 si potrebbe ritornare a discutere di altri temi caldi come la Corea del Nord, e la caldissima Siria, con il sostegno controverso di Bashar Al-Assad. Si vocifera che Macron potrebbe addirittura concordare sul rientro di Mosca con Trump, ma la Merkel, Boris Johnson e il canadese Trudeau sarebbero contrari); poi la guerra commerciale tra Stati Uniti e Russia e tra Stati Uniti e Cina, per la quale Boris Johnson propone di abbassare la competitività, dicendo di essere a favore della “pace” commerciale, mentre Trump, muovendo ancor di più le acque, ha detto che il suo unico rimpianto è quello di non aver alzato i dazi maggiormente per proteggere il proprio Paese.  .

L’unico nodo sarebbe stato sciolto in favore dell’Amazzonia: domenica sera Macron avrebbe annunciato la cooperazione dei sette paesi per spegnere gli incendi in America latina.

Ma i grandi della terra sono troppo impegnati a farsi scherzi e sorprese, piuttosto che azionare i canadair sul Brasile: Macron avrebbe informato solo ieri, al lauto pranzo del primo giorno del summit, il suo omologo Trump dell’arrivo di Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, la cui presenza non era stata annunciata. Invitato dalla delegazione francese, parlerà delle sanzioni americane che hanno colpito il suo Paese, e collaborerà per diminuire la tensione del Golfo, Theran e Washington.

La tensione si alza, i nodi non si sciolgono.

In copertina: immagine Wiki Commons (pinpin)