BRUSSELS, Dec. 31, 2018 A coin and banknotes of the euro are seen in Brussels, Belgium, Dec. 28, 2018. On the eve of the euro's 20th anniversary, European Union leaders lavished praise on the common currency on Monday, calling it ''one of the biggest European success stories.'' On Jan. 1, 1999, 11 EU countries launched the euro and introduced a shared monetary policy under the European Central Bank. It is now the currency of 340 million Europeans in 19 EU member states. (Credit Image: © Zheng Huansong/Xinhua via ZUMA Wire)

Un importante processo dovrebbe avere fine proprio in questo mese di febbraio, portando alla luce quella che potrebbe essere la frode fiscale più clamorosa del dopoguerra.

Il processo era iniziato lo scorso settembre a Bonn, in Germania, e vede sul banco degli imputati due ex banchieri inglesi che trai il 2007 e il 2012 avrebbero messo in atto una truffa finanziaria che ha arricchito enormemente loro e alcune grandi banche e società di investimento. Tutto questo ai danni del fisco tedesco per un ammontare di circa 450 milioni di euro, anche se in totale la somma sottratta alla Germania potrebbe essere di 30 miliardi di euro. Inoltre, stando a quanto riporta il Post, la Germania potrebbe non essere l’unico paese coinvolto e la stima del danno totale si avvicina all’astronomica cifra di 63 miliardi di euro. Ad aver sofferto della truffa anche le case della Francia, dell’Italia, della Norvegia, del Belgio e altri paesi europei.

L’indagine Cumex files, che ha portato alla rivelazione della truffa è stata condotta dal 2017 congiuntamente da 39 giornalisti provenienti da 12 paesi diversi. Allo scopo di portare alla luce la truffa i giornalisti hanno analizzato un’enorme mole di documenti.

I due banchieri coinvolti, Martin Shields di 41 anni e Nicholas Diable di 38, sarebbero riusciti a frodare gli stati attraverso i cosiddetti sistemi di scambio cum-ex. Lo schema cum-ex funziona attraverso la negoziazione di azioni ad alta velocità alla data della registrazione del dividendo, oppure poco prima, richiedendo allo stato due rimborsi delle tasse sui dividendi quando in realtà la tassa è pagata una sola volta. Prevede che ci siano 3 soggetti finanziati coinvolti che si “prestano” le azioni di una grande società quotata in borsa in modo da far sembrare alle autorità fiscali che ci sono due proprietari dello stesso ammontare di azioni mentre in realtà ce n’è soltanto uno. L’organizzazione non-profit tedesca Correctiv, che ha coordinato le indagini ha così descritto la procedura: “È come se una famiglia ricevesse dallo stato degli assegni famigliari per due bambini quando in realtà ne hanno soltanto uno”. Questo è reso possibile da una “finta” compravendita di azioni che avviene proprio nel momento in cui la società distribuisce i dividendi agli azionisti. In questo modo due soggetti, l’effettivo proprietario e colui che acquista e rivende le azioni subito dopo il pagamento dei dividenti, ricevono i rimborsi sulle tasse pagate sui dividendi mentre e tasse sono pagate effettivamente una sola volta.

I due imputati lavoravano come trader per la banca tedesca HypoVereinsbank e ora rischiano 10 anni di prigione. Per alleviare la pena collaborano attivamente con gli inquirenti per fare luce sull’accaduto. Nella truffa potrebbe essere coinvolto anche il capo di Martin Shields, Paul Mora, oltre a numerose banche, broker, consulenti finanziari e società. Da quando la truffa è stata scoperta la pratica del cum-ex è stata resa illegal e ma secondo molti esperti attivi nel settore si tratta di una misura ingiusta. L’avvocato tedesco Hanno Berger, coinvolto nella vicenda assieme a Mora ha dichiarato: “Questo processo sul “cum-ex” è  il tentativo del fisco tedesco di oscurare il fallimento dei politici e della legislazione in modo retroattivo. Questa non è una cosa adatta a uno stato di diritto.

L’esito del processo tedesco, che dovrebbe arrivare a breve, potrebbe portare anche tutti gli altri paesi ad intraprendere azioni legali contro i truffatori.