In Cina, nella città di Quanzhou, nel Fujian, un hotel usato per la quarantena di persone positive al coronavirus e i loro famigliari è crollato per motivi per ora sconosciuti. La struttura è collassata durante la serata, attorno alle 19.30 ora locale, intrappolando tra le macerie 70 persone. Il tempestivo intervento dei pompieri e dei soccorritori è risultato nel salvataggio di circa 48 persone che sono state tutte trasferite in ospedale. Tra loro anche un bambino di appena due anni. Ora i 1000 soccorritori presenti sul campo sono impegnati in una vera e propria corsa contro il tempo per riuscire a salvare il maggior numero di persone possibile.

L’hotel Xinjia era stato riconvertito a un centro di sorveglianza sanitaria, struttura adatta per ospitare i potenziali contagiati del Covid-19 e coloro che erano già guariti, per una quarantena preventiva. Almeno 10 persone hanno perso la vita nel crollo. Un parente di una delle persone intrappolate ha dichiarato a Reuters: “Non riesco a contattarli, non rispondono ai loro telefoni. Anch’io sono in quarantena in un altro hotel, e sono molto preoccupato, non so cosa fare. Erano sani, si sono misurate la temperatura ogni giorno e i test erano negativi”.

Quanzhou è una città di 8 milioni di abitanti, posizionata a 1000 km da Wuhan, che aveva registrato 296 casi di coronavirus. L’improvviso crollo dell’hotel è stata una brutta macchia su una giornata che in realtà si preannunciava positiva per il tenore di notizie che erano emerse: il numero dei o contagi era finalmente sceso a doppia cifra, cosa che non accadeva dallo scorso 21 gennaio. La Commissione sanitaria nazionale ha fatto sapere che in tutti ci sono state 99 infetti aggiuntivi rispetto alla giornata precedente e 28 nuove morti. Ha inoltre sottolineato che è importante non abbassare la guardia: “il rischio di contagio aumenta con l’incremento dei flussi di circolazione della popolazione. Non dobbiamo allentare i controlli”.