Vorrei spendere due parole sul Coronavirus. Sono una ticinese, una mamma in dolce attesa e una figlia in cerca di risposte.
C’è tanta confusione forse dovuta al modo in cui si sta gestendo la questione. Traspare una mancata collaborazione tra “vicini di casa”. Viviamo a due passi dall’Italia e a stretto contatto con gli italiani (amici, parenti, colleghi, ..) che da oggi 10 marzo, dopo il comunicato del premier Conte, non potranno più muoversi liberamente all’interno del loro Paese perché dichiarato tutto “zona rossa”. Ciò significa che per evitare il collasso e per proteggere sé stessi e le persone vulnerabili dal contagio hanno dato la priorità all’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, mettendo in secondo piano le questioni di tipo economico.
Anche il ministro Vitta ha comunicato che ai valichi elvetici ci saranno restrizioni eccezion fatta però per i frontalieri (quasi 70’000 persone) che per attraversare il confine dovranno semplicemente presentare, se richiesto, il permesso di lavoro oppure grazie ad alcuni datori di lavoro potranno alloggiare direttamente su territorio elvetico. Per l’amor di Dio, non voglio dire che sono pericolosi e vanno isolati, ma se il Governo italiano chiede loro di evitare gli spostamenti, perché noi non lo assecondiamo?
Perché abbiamo sempre timore di dare fastidio a qualcuno e non siamo in grado di osare nemmeno davanti a un’emergenza sanitaria di questa portata? Stiamo parlando di un virus che il nostro corpo non riconosce e per il quale non esiste al momento alcun vaccino. Lo stesso specialista in malattie infettive Dr. Garzoni sottolinea che è fondamentale contenere il virus e affinché questo accada è necessario che la gente si sposti il meno possibile.
Mi rendo conto delle difficoltà economiche che molti dovranno affrontare, ma sono inevitabili. Qui si sta parlando di salute pubblica, di vite umane, di posti letto che rischiano di scarseggiare perché oltre ai contagiati dal COVID-19 ci sono tutti gli altri malati che necessitano di cure e lo Stato ha l’obbligo di garantirle, ad ogni costo. Purtroppo viviamo in una società egoista in cui vediamo i problemi solo quando ci toccano personalmente.
Il virus non controlla la nazionalità, l’età o il conto in banca e soprattutto non guarda in faccia a nessuno. Il virus attacca e si espande senza chiedere il permesso. Ognuno di noi deve fare la propria parte: noi cittadini abbiamo il dovere di usare il buonsenso seguendo le misure di sicurezza necessarie per evitare di contagiarci e di contagiare mentre il Governo ha il dovere di tutelarci.
Per cui, se servono misure drastiche per isolare il virus che vengano adottate immediatamente perché in Svizzera i decessi sono due e sono già due di troppo!
Mara Grisoni, Lugano