A parte Donald Trump, che ha attaccato ancora una volta la Cina chiedendosi se si sia trattato di un errore sfuggito al controllo o di una crisi volutamente avviata, anche gli analisti cinesi locali dubitano seriamente delle statistiche ufficiali.

Ieri sono stati riportati solo 16 nuovi casi confermati di coronavirus, il più basso numero dal 17 marzo e non sono stati segnalati nuovi decessi. Ma qualcuno non crede a queste cifre. Tant’è che Wuhan, la città dove è emerso per la prima volta il virus alla fine dello scorso anno, sta rivedendo il bilancio delle vittime della malattia ammettendo che i dati sono andati persi mentre gli ospedali lottavano per far fronte ai primi giorni dell’epidemia. “La rapida diffusione ha contribuito alla sottostima”, ha detto Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese.

L’aggiornamento, che arriva dopo la crescente pressione della critica internazionale, ha aumentato il bilancio delle vittime di un 50%, portando il totale a circa 4’700 in tutta la Cina. Ma rimangono segnali per cui la Cina non è del tutto aperta riguardo il vero impatto interno di questo virus che ha ucciso oltre 140 mila persone in tutto il mondo di cui 100 mila soltanto in Europa.

Non è la prima volta che il regime comunista cinese mente per mantenere la sua stretta presa sulla gestione del potere. Secondo le opinioni raccolte da Radio Free Asia, una società di radiodiffusione in lingua locale finanziata dal governo degli Stati Uniti per fornire notizie senza censura, sono in molti a credere che i funzionari di Pechino continuano a mentire sul numero dei morti a Wuhan quando le immagini eloquenti degli ospedali circolano liberamente e circa 5 mila urne funerarie sono state consegnate in un solo crematorio della città. Fonti eccellenti all’interno della Cina affermano che potrebbero essere oltre 40 mila le persone decedute a Wuhan per la malattia Covid-19.

Se si pensa alle bugie che tuttora le autorità raccontano sul massacro di piazza Tiananmen avvenuto più di 30 anni fa, sulla persecuzione di un milione di persone appartenenti al gruppo etnico di minoranza turca Uyghurs nella Cina occidentale, sull’onorare l’accordo del 1984 stipulato con gli inglesi riguardo il trasferimento di Hong Kong, non è diffcile credere che probabilmente mentono anche quando affermano che il coronavirus potrebbe essere di origine americana o che i morti effettivi in Cina siano così pochi. Una lunga storia di discutibili opinioni.

wuhan, ponte sullo Yangtze – Immagine Pixabay

Come ha scritto il romanziere e saggista inglese Eric Arthur Blair, estremo oppositore del totalitarismo, “La verità è ciò che dice un governo e chiunque sfida la verità paga un prezzo elevato”. È sufficiente monitorare con attenzione i social media cinesi per capire che il governo locale considera ogni segnalazione dei fatti una minaccia alla stabilità del regime. I residenti di Wuhan, con le loro immagini stanno portando a conoscenza il funzionamento delle strutture di cremazione e il numero vero delle urne distribuite alle famiglie in lutto per casi che vengono corretti e attribuiti a semplice polmonite.

Ben 8 medici che cercarono di avvertire le persone di una nuova polmonite virale in corso simile alla SARS sono stati trascinati dalla polizia per essere interrogati e accusati di disturbo della quiete pubblica. Forse l’avrebbero potuto fermare prima che iniziasse la pandemia.

Malgrado tutto questo, mentre da una parte sono riluttanti ad accettare il bilancio delle vittime, i cinesi respingono le accuse degli USA per la mancanza di trasparenza e credono che il coronavirus sia stato portato in Cina dai soldati statunitensi. “Non c’è mai stato alcun occultamento e non lo permetteremo mai. Le revisioni sono state fatte sulla base dei fatti”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lijian.

Rimane il fatto che il tasso di mortalità in Cina è molto inferiore ai principali paesi europei e agli USA, e inoltre l’economia cinese è scesa del 6,8% nel primo trimestre di quest’anno, una contrazione mai vista dal 1976. Queste sono informazioni molto serie che fanno capire come i dati cinesi non siano realistici.

Molte delle persone che si trovano a Wuhan sono senz’altro infette asintomatiche e quando torneranno al lavoro ci sarà il rischio di una nuova ondata. È chiaro che questa epidemia non svanirà facilmente senza aver trovato prima il vaccino.