Nel 2017, sull’autostrada A2 all’altezza di Sigirino un uomo di 36 anni a bordo di uno scooter è stato urtato da un’auto con targhe ticinesi guidata anch’essa da un 36enne residente nel Bellinzonese. Nonostante l’intervento dei soccorritori il guidatore dello scooter è deceduto sul posto. L’autista dell’altro veicolo era sotto effetto di alcool e psicofarmaci, e prima del mortale incidente aveva sorpassato superando il limite di velocità numerose vetture mettendo in pericolo se stesso e gli altri. Era stato subito  arrestato e collocato in una comunità terapeutica. Ora, a distanza di 3 anni, la Corte delle Assise criminali di Lugano lo ha condannato a 10 anni di carcere per omicidio intenzionale.

Mauro Ermani, che ha presieduto la Corte, ha dichiarato: “La sua colpa è estremamente grave. Ha accettato l’eventualità di sacrificare una vita umana pur di giungere il prima possibile dove voleva arrivare, in un viaggio futile di cui non c’era necessità. Un viaggio in cui se n’è altamente infischiato della sicurezza altrui, tanto che l’esito finale non è, ahinoi, sorprendente”.

L’accusa aveva chiesto 11 anni di carcere e l’espulsione dalla Svizzera per un periodo di 15 anni mentre la difesa, rappresentata dal legale  Yasar Ravi, avrebbe voluto una condanna per omicidio colposo. L’avvocato ha parlato di inesattezze e incongruenze nelle testimonianze, soprattutto per quanto riguarda la velocità del veicolo e i “sorpassi temerari”: “Per parlare di sorpassi temerari, essi non devono essere solo azzardati, ma pure insensati e folli” ha dichiarato. Si è fermamente opposto all’espulsione e ha chiesto che il suo cliente proseguisse le cure presso Villa Argentina. Una volta appresa la sentenza non ha escluso un ricorso in appello.

L’imputato ha parlato alla fine: “Il mio animo è stato quello di aiutare le persone e non di lederle. Non ero consapevole. Spero di fare qualcosa di umanamente utile per la famiglia della vittima, perché di fronte alla morte non c’è rimedio”.