Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

L’uomo di stato dovrebbe chiedersi quali conseguenze ha il suo modo di agire per il futuro del paese e l’imprenditore dovrebbe fare lo stesso per la sua azienda. In verità il politico si preoccupa principalmente per la sua rielezione mentre il manager per i risultati del prossimo bilancio trimestrale.

Dopo quasi un anno dall’inizio della pandemia l’oberato Consiglio federale capeggiato dal ministro della sanità Alain Berset, per mascherare le magagne del servizio sanitario elvetico non ha trovato niente di meglio che far richiudere tutto fino alla fine di febbraio, con scontate e gravi conseguenze economiche e sociali per l’intero paese. La Berna federale posticipa una volta di più i problemi al futuro invece di risolverli nel presente ed è incapace malgrado il chiaro incarico del sovrano, di organizzare sufficienti mezzi e strategie di protezione.

I magnifici sette (7) presi in ampio fuori giuoco su cosa possa anche colpire la Svizzera, dopo aver definitivamente perso il treno e non sapendo più che pesci pigliare, continuano ad armeggiare con empiriche misure di dubbia efficacia nella ricerca di soluzioni per proteggere a posteriori gli anziani, le case di cura e gli ospedali. Nel frattempo la tanto osannata campagna di vaccinazione brilla solo per la penosa inerzia e la Covid-app si è rivelata e si rivela un imbarazzante e costoso fallimento.

Per evitare inutili e dannose misure il Ministro della sanità avrebbe dovuto risolvere gli attuali problemi già l’anno scorso ma invece ha preferito perdere tempo prezioso per farsi glorificare come uomo di stato in un mediocre libro di Felix E. Müller. Alain Berset non è un uomo di stato ma solo un presuntuoso e pessimo manager in cerca di pubblicità.

Flavio Laffranchi, Losone