“Il vuoto, nella fisica, è l’assenza di materia in un volume di spazio. La condizione di vuoto perfetto non è ottenibile in laboratorio e non è mai stata osservata in natura”. E nella nostra società questo vuoto come è osservabile? La domanda è nata dopo una piacevole conversazione con uno stimato imprenditore luganese, con il quale giungevamo alla conclusione di come dobbiamo stare attenti ai vuoti che creiamo nelle nostre tradizioni e nei nostri ragazzi poiché questi vengono subito riempiti da nuovi contenuti non sempre positivi o condivisibili. Ha ragione Wikipedia a dire che il vuoto perfetto, quello assoluto, in natura non si può osservare, ma oggi, purtroppo, siamo spettatori di tante piccole e grandi mancanze nelle nostre vite e nella nostra società che rischiano di trasformare vuoti parziali in buchi neri da cui è difficile riemergere.
I recenti episodi di violenze domestiche e aggressioni in strada sono l’espressione di un vuoto presente in alcuni nostri giovani, riempito magari da stupide sfide lanciate da piattaforme social (che poi tanto “sociali” in questo caso non lo sono) o da una rabbia mista a noia che non trova altre forme di sfogo. Anche i tanti ragazzi in età scolastica che vengono dimenticati nel loro percorso formativo e di vita o non sono assistiti in maniera professionale e passionale, sono vittime di un vuoto da parte di chi li dovrebbe guidare nel loro processo di crescita ed invece li abbandona. Senza approfondire il discorso sul vuoto spirituale e di tradizioni che stiamo creando in nome di una società moderna ed aperta, riempito abilmente da chi vede nel mondo occidentale e consumista una terra di facile conquista.
Cosa fare dunque per evitare di creare il vuoto perfetto nella nostra società? Come colmare con contenuti positivi questi vuoti o, meglio ancora, evitarli? Famiglia, scuola, sport ed attività culturali sono sicuramente le leve per tramandare ed infondere i giusti valori di una società civile che sia il risultato della somma delle differenti espressioni delle singolarità umane. Formare individui e cittadini che siano attori consapevoli della propria vita e della società è l’obbiettivo che ci dobbiamo porre, soprattutto in questo periodo post-Covid dove sono emerse problematiche che esistevano da anni ma erano semplicemente nascoste da un velo di benessere effimero.
Da diverso tempo le nostre città si muovono per inerzia, senza proporre qualcosa di nuovo o perseguire un piano di sviluppo programmatico efficace. La grande Lugano, che per anni è cresciuta grazie ad idee lungimiranti ed una visionaria programmazione, nell’ultimo decennio ha saputo offrire poco ai suoi giovani (Lugano marittima) e si è arenata su diverse secche (Mizar, Aeroporto, valorizzazione parco immobiliare solo per citarne alcuni). Sicuramente il contesto economico globale ha cambiato le carte in tavola, ha creato, come si diceva prima, un vuoto. Purtroppo questo vuoto non è stato colmato e non si è riusciti a cogliere nuove occasioni di investimenti e crescita. È ora di tornare a programmare ed investire sul nostro futuro, riempiamo questi vuoti.
Carlo Regondi, candidato al Consiglio comunale di Lugano, PLR