Alzi la mano chi dice che l’esito sia stato una sorpresa. In effetti il Municipio

BORRADORI FOLETTI QUADRI / BADARACCO VALENZANO / LOMBARDI / ZANINI

era in assoluto il più probabile, con un’incertezza tra Valenzano e Schnellmann (che ha fatto una campagna un po’ scarsa, mentre Karin si è impegnata a fondo e brillantemente).

È importante considerare le % relative ai voti di lista, determinanti per l’assegnazione dei seggi.

Lega 35,1 PLR 23,9 Rossoverdi 17,0 PPD 14,7 Liste minori, in totale 9,4

I Rossoverdi mancano alla grande il tanto enfatizzato raddoppio, assestandosi sui livelli del 2016. Per conseguirlo avrebbero dovuto avvicinarsi a un fantascientifico 25%.

Il PPD beneficia dell’ “effetto Lombardi” – una mossa audace e realistica che anche noi avevamo lodato – e conserva il suo seggio con un confortevole margine. La faccia dell’ex senatore sarà un autentico elemento di novità a Palazzo Moraglia, in questa Lugano che lotta per uscire dalla crisi.

La presa della Lega, che perde un 2% rispetto al 2016, rimane salda sulle rive del Ceresio e ciò che è andato perso nel 2013 non si recupererà facilmente. Ma i risultati leghisti nei centri minori e nei villaggi sono più deboli, e anche in calo.

Il “nuovo PLR” ottiene un triste e assolutamente inquietante 23,9 % con una perdita del 7,5%. Questo è l’amaro frutto di un dilettantismo velleitario e illusorio, contro il quale sarebbe maramaldesco infierire. Ci guarderemo bene dal farlo. Certo, una parola – a chi è più esperto e, di conseguenza, ha maggiore responsabilità – vorremmo pur dirla. Forse lo faremo.

Diremo infine, per correttezza, che il PLR ha ottenuto buoni successi laddove ha saputo agire con lucidità.