Una storia di 25 anni fa

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Un anno prima, nell’aprile 1995, Marina Masoni era stata eletta in Consiglio di Stato. Pare che non fosse la predestinata del partito, ma con una brillante campagna vinse agevolmente. La Lega entrò in governo con Borradori (che battè Maspoli) e il PPD perse il seggio rimanendo con il solo Alex Pedrazzini.

Nel 1996 Marina era fresca di elezione e vincente, mentre il Cantone navigava in pessime acque economiche. Era giunto il momento di fare qualcosa prima che il terreno franasse.

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Esattamente come oggi [ieri], il 26 aprile di 25 anni fa, era il 1996, Marina Masoni presentava al Governo il documento: Strategia e misure puntuali di sostegno al rilancio economico del Ticino. Il titolo di quel documento venne poi semplificato e reso popolare con l’appellativo  “documento delle 101 il Cantone misure”. Infatti, il documento del DFE presentato al Consiglio di Stato conteneva esattamente 101 misure per rilanciare l’economia del Ticino. Vale la pena ricordare una breve cronistoria dell’inizio di questa iniziativa.

Tre giorni dopo, era il 29 aprile, il DFE aprì la consultazione pubblica mettendo a disposizione il documento a tutti quelli che lo richiedevano, andando oltre ai “consultati abituali” previste nelle procedure burocratiche di Stato. Il documento fu richiesto da un migliaio di interessati e a fine del periodo di consultazione, il 3 di giugno, oltre 200 tra enti e singoli cittadini avevano risposto per iscritto.

Il 2 di maggio le “101 misure” furono presentate in conferenza stampa, mentre il 20 di giugno fu organizzata una sorta di “Convention economica” nell’aula magna di Trevano. A quell’appuntamento parteciparono oltre 300 imprenditori, i quali ebbero l’occasione di dibattere sui risultati della consultazione e di fissare le priorità di intervento. Le priorità, a grande maggioranza, andarono a favore delle misure per creare lavoro, abbattere la disoccupazione, abbassare le imposte, rilanciare il turismo e il commercio.

Quell’iniziativa denominata “101 misure” diventò la colonna vertebrale per 12 anni di politica economica cantonale. Lo scopo inziale era quello di cambiare con urgenza la tendenza al declino economico, che sembrava in arrestabile, in corso dalla prima metà degli anni ’90. Dovevano essere delle misure di rilancio puntuali sull’arco di due o tre anni in attesa che si sviluppasse una strategia più ampia e complessa che avrebbe poi dovuto consolidare e sviluppare l’inversione di tendenza sul decennio preparando il Ticino entro il 2015 per le sfide globali che avrebbe dovuto affrontare.

Questo secondo pilastro era stato previsto e descritto nel 1998 in un documento chiamato Libro bianco. Un piano completo e ambizioso di sviluppo che purtroppo fu contrastato duramente politicamente sul nascere, e che poté essere realizzato in minima parte. Per queste ragioni volenti o nolenti, le 101 misure diventarono l’asse portante che dovette reggere per tre legislature il rilancio e la politica economica del Canton Ticino.

Se dal discorso storico passiamo a quello dei fatti concreti, oggi a 25 anni di distanza con il giusto e il necessario distacco ma con i dati statistici fissi e definitivi, possiamo affermare che fu una strategia azzeccata e che concretizzò gli obiettivi auspicati.

Sull’arco di un quarto di secolo, osservando i dati emergono due chiare tendenze: quella del periodo in cui furono applicate le 101 misure (1996 – 2007/8) e quella del periodo post 101 misure (2007/8 – 2019); si potrebbe dire il periodo con Marina Masoni e il periodo dopo Marina Masoni.