Sono passate soltanto quattro settimane da quanto il presidente dell’FC Lugano Angelo Renzetti aveva  comunicato che era arrivato per lui il momento di cedere le redini della squadra che tanto abilmente aveva riportato alla gloria, facendole conquistare risultati di primo piano.  Con gli anni tuttavia, lo sforzo economico necessario era diventato  insostenibile e Renzetti aveva deciso di cedere il suo 60% (l’altro 40% è nelle mani  del russo  Leonid Novoselsky). Le sue parole allora sono state: “Il mio tempo l’ho fatto. È mia intenzione cedere il club e lasciarlo in buone mani. A qualcuno in grado di dare delle garanzie economiche. Nel caso in cui, quindi, la Lega (Swiss Football League, ndr) ‘bocciasse’ il gruppo acquirente, allora percorreremmo un’altra via”. 

A un mese di distanza, le cose sono molto cambiate. A voler acquistare la percentuale di Renzetti c’era il brasiliano Thyago De Souza e l’italiano Giammarco Valbusa, che di fatto sono rimasti in carica come amministratori per 20 giorni, fino a ieri. I dubbi attorno ai nuovi acquirenti erano sorti quasi da subito. La figura di De  Souza soprattutto destava non poche preoccupazioni a causa di alcuni procedimenti penali a cui il suo nome sembrava legato e qualche problema avuto in precedenza con  il club Verona International. Dubbi che non hanno fatto che peggiorare con ogni promessa non mantenuta.

I problemi nelle trattative si sono moltiplicati nei giorni fino a portare ad un culmine drammatico, e una retromarcia senza precedenti. Nella conferenza stampa di ieri, il presidente del Lugano Angelo Renzetti ha dichiarato che Souza e Valbusa sono stati rimossi con effetto immediato dal loro ruolo di amministratori e Renzetti è tornato amaramente sui suoi passi: “Chiedo scusa, ho portato avanti una trattativa senza avere le garanzie necessarie. Le cose ora sono diventate molto più difficili a livello morale, organizzativo ed economico, ma cerchiamo di rimetterci in marcia. Abbiamo da scalare una montagna, ma dopo aver portato avanti questo club per quasi 11 anni non voglio vederlo morire”. 

Visibilmente rattristato dall’accaduto, Renzetti ha chiarito: “Parlare di De Souza e Valbusa mi fa male, non voglio sprecare energie. Mi avevano fatto una buona impressione, in una situazione di difficoltà ho visto il bicchiere mezzo pieno, ma alla fine non avevano ancora messo un centesimo né per me, né per la squadra. Thyago un’ora fa mi ha chiamato per dirmi che lui c’è e che, con tempistiche più lunghe, potrebbe veramente portare delle sponsorizzazioni e comprare il Lugano. Io continuo a crederci, tanto non mi costa niente, l’importante per me è essere al volante e non nel baule”. 

Per quanto riguarda i due  onerosi contratti stretti dai nuovi “proprietari”, Renzetti ha specificato che vorrebbe tenere il giocatore Demba Ba, ma che ha dei dubbi sull’allenatore brasiliano Abel Braga: “È in gamba, ma non so se ora troverà a Lugano quello che si aspetta e quindi probabilmente tornerà in Brasile”. 

La strada ora è tutta in salita: “Adesso ci tocca rimettere in carreggiata la società, abbiamo davanti una montagna. Io ci sono, perché sono alla testa di questo club da 10 anni e non voglio assolutamente che questa avventura possa finire male. Ci metterò tutto il mio impegno per ripristinare la situazione. Di quanto è successo spero di poter parlare il meno possibile, perché guardare negli specchietti retrovisori serve a poco, adesso bisogna rimboccarsi le maniche per cercare di ricreare in seno al club quello spirito di gruppo e di famiglia andato perso e che è sempre stato la nostra forza”.  

Il  presidente dunque si  darà da fare per cercare di mantenere a galla il Lugano, ma anche i tifosi della squadra possono fare la loro parte, sostenendo la squadra come hanno sempre fatto negli anni, anche attraverso l’acquisto degli abbonamenti.