Diego Zanoni è apparso su Ticinolive e su altri media quasi esclusivamente in relazione alle tormentate vicende di Lugano Airport (che non si sono affatto concluse). In questa intervista egli ci parla dei suoi progetti a Campione d’Italia, questo paese a quattro passi da noi che ha vissuto e sta vivendo anni duri. Ma che un futuro ce l’ha, Zanoni ci crede e si dà da fare in prima persona.

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Allora Zanoni, dall’aeroporto di Agno alla Air Ticino fino ai negozi che apre a Campione d’Italia lei non si ferma mai.

Diego Zanoni In un modo o in un altro volo sempre, la mia grande passione e quando sei in volo non puoi certo fermarti anche se, per fare impresa, di questi tempi ci vuole molto coraggio al limite dell’audacia.

Che attività ha aperto a Campione, sono curioso di sapere cosa le è passato in testa e perché proprio a Campione?

Durante il lockdown  ho colto l’occasione per aprire con grande audacia e difficoltà un negozio gourmet nel quale offriamo ai nostri clienti le migliori produzioni artigianali, tutte provenienti da aziende agricole e bio rigorosamente italiane a conduzione familiare. Uno sforzo logistico immenso poter fornire a Campione prodotti provenienti per via aerea da Pantelleria fino alle Alpi e da ben 11 regioni italiane senza nessun intermediario. Lo abbiamo aperto a Campione perché è un luogo di grandi potenzialità anche se ora è dormiente.

Ecco appunto Campione d’Italia, come stanno messi nell’enclave?

È un territorio con potenzialità incredibili che si sono congelate insieme agli entusiasmi quando il casinò è stato chiuso. Credo di essere l’unico imprenditore proveniente da Roma anzi, l’unico non campionese che ha creduto in questa piccola Montecarlo. Ho trovato persone di incredibile valore e grazie anche al loro aiuto e alla loro fiducia abbiamo iniziato questa avventura investendo denaro e risorse ma senza speculare sul territorio, ci tengo a dirlo.  Ora si ha quasi certezza che il casinò riaprirà ma il mondo non è più lo stesso e questo potrebbe essere un problema.

Perché dice questo?

Nel 2018 c’era iPhone 7 ora siamo al 13 che ne contiene 3 di quelli in uno. In 4 anni complice anche questa pandemia il mondo è stato stravolto, i cambiamenti socio politici sono stati talmente rapidi che è molto complesso anche per chi è abituato riuscire ad adeguarsi, figuriamoci a Campione dove nell’arco di due anni sono avvenuti  stravolgimenti che hanno modificato asset che duravano da secoli. Una tempesta perfetta, nel 2018 la chiusura del casinò ha messo in ginocchio la comunità, nel 2020 l’entrata nel territorio EU ha modificato tutta l’organizzazione economica, la pandemia con i vari lockdown ha fermato il tempo e tutto ciò è avvenuto con un Comune commissariato senza più una identità, senza una guida che potesse coadiuvare questa comunità in questo nuovo corso. Grandi città come Roma Milano Parigi sono state messe in ginocchio con molto meno, figuriamoci un piccolo paese come questo che dopo cent’anni si ritrova col cuore in Svizzera e il portafogli a Roma e sotto la cappella di un Governo di incompetenti totali. In sostanza a Campione hanno chiuso l’acqua, hanno spostato l’acquedotto, cambiato i rubinetti e messo tutti in gabbia, veramente troppo per chiunque.

Mi spieghi meglio!

C’è poco da spiegare c’è da capire. Charles Darwin padre dell’evoluzione diceva che la specie che sopravvive non è quella più forte ma quella che sa adattarsi meglio e Campione non solo non ha avuto il tempo ma neppure le risorse e le giuste guide per riadattarsi, ha dovuto solo resistere e non disperare. In questo sono stati eccezionali.

Secondo lei come andranno le cose?

Qui sta gemmando una grande e rinnovata opportunità mentre ovunque esse scarseggiano, sono molto ottimista. Campione stavolta dovrà però  sfruttare la occasione per rilanciare la città com e fosse un brand, non accomodarsi come negli anni passati intorno al casinò e goderne solo i benefici economici diretti. Si riprenderà alla grande ma dovrà  adattarsi al nuovo status quo, il casinò non potrà più essere “l’unica” opportunità ma bensì “la grande opportunità”, deve  puntare sul casinò creando intorno ad esso un “sistema”  fatto di commercio e turismo, di imprese e servizi che possa sfruttarne l’indotto non solo i suoi ospiti. Ovviamente l’amministrazione pubblica oggi rinnovata deve seguirne il passo e creare intorno alla grande centrale economica infrastrutture e opportunità sempre più innovative per trasformare Campione d’Italia dalla città del casinò alla città del divertimento, del lusso, dello svago così come del risparmio o del relax. Una grande outlet nella quale ognuno possa trovare ciò che serve, famiglie comprese. Solo così potrà garantirsi prosperità per altri decenni sfruttando il casinò ma senza più esserne dipendente, troppo pericoloso oggi giorno.

Perché dice questo?

Forse non ci siamo capiti, sono cambiate le regole del grande gioco non quelle della roulette. Con l’entrata nel territorio EU il paese è ufficialmente diventato un comune in provincia di Como benché con particolari agevolazioni fiscali ed economiche ancora garantite dalla Costituzione Italiana e questa non è cosa di poco conto, attenzione. Significa doppia dogana, totale egemonia dei controlli sul territorio da parte di Finanza italiana e Governo centrale e condizioni lavorative ed economiche sotto la giurisdizione delle regole italiane senza più troppe deroghe. Un casinò riaperto in questo rinnovato contesto dovrà adeguarsi, solo la legge antiriciclaggio ratificata proprio quest’anno fissa regole oppressive, dunque non potrà più essere quella di prima Campione.  Se questo viene compreso bene, avanti tutta così; ma se si ricomincia da dove si era interrotto in virtù anche della catastrofe in Italia non ci faranno respirare.

Secondo lei il nuovo Sindaco e la rinnovata giunta potranno dare inizio a questo nuovo corso?

Guardi, ho aperto anche perché il Dr Canesi è diventato Sindaco. Non conoscevo altri ma sapere in quella Campione devastata dello scorso anno che un professionista serio e competente come Canesi ne era diventato primo cittadino mi ha sicuramente dato lo slancio. Non conosco la giunta se non qualcuno ma sono sicuro che potranno farcela, sono comunque tutte persone perbene, molti imprenditori altri professionisti, sanno cosa significa lavorare e rischiare e non è poca cosa. Dovranno però avere “visione”,  istituire un dipartimento per lo sviluppo del territorio, uno per il turismo e uno per le attività produttive, dovranno attuare iniziative di grande slancio  senza timori o temere resistenze della parte più radicale della popolazione o dai vicini comuni di confine perché non solo devono amministrare il Comune ma dovranno anche ricostruire il paese e per fare ciò bisogna avere cuore testa e soprattutto coraggio, le prime due non mancano, vedremo l’ultima. Se ciò non accadrà saremo di nuovo come si dice: da capo a dodici, e sarebbe un guaio.

Un’ultima domanda: secondo lei, che conosce bene anche il Canton Ticino, come saranno i rapporti in questo nuovo contesto?

Grazie alla Svizzera questo paese non è mai stato abbandonato del tutto, non conosco i dettagli ma posso solo immaginare cosa sarebbe potuto accadere se la Svizzera non avesse sostenuto questa comunità in questi anni di totale abbandono da parte del Governo italiano, bisogna riconoscerlo e ricordarsene. Campione per il Ticino potrebbe diventare come il casinò per Campione, una risorsa straordinaria ma anche qui bisogna avere “visione”,  capacità di costruire opportunità, sinergie e occasioni, le diatribe culturali lasciamole a Brogeda.

Una grande famiglia insomma!

Per carità, quale famiglia… una grande amante, meglio. “Campione punto zero” diamo inizio alle danze che ci sono ottimi orchestrali nascosti da queste parti.