Mentre l’Europa si trova a fronteggiare la crisi umanitaria, per l’abbandono dell’Afghanistan voluto da Biden, l’Austria di Kurz si dice decisa a non permettere un’ondata irregolare di rifugiati nel proprio Paese. “Continueremo i rimpatri degli Afghani entrati irregolarmente nel nostro Paese” dichiara il giovane cancelliere. Che non si lascia trascinare dall’impatto emotivo della crisi in Afghanistan avvenuta a causa della decisione di Biden.

Kabul è caduta, il presidente è fuggito, sventola la bandiera islamica in quasi tutte le città dell’Afghanistan. Nel frattempo, nel mondo si moltiplicano le preoccupazioni per il probabile aumento dei flussi attraverso la rotta balcanica.

In Italia, la ministra dell’Interno italiana Lamorgese ha espresso apprensione e alcuni sindaci si dicono disponibili all’accoglienza. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi promette “Impegno dell’Italia a proteggere i nostri collaboratori”.

L’Austria, invece, nega l’accoglienza a chi fugge dall’Afghanistan tornato sotto il controllo dei talebani. “Chi ha bisogno di protezione deve riceverla il più vicino possibile al proprio Paese d’origine”, ha detto il ministro dell’Interno Karl Nehammer. Secondo l’Austria, l’Afghanistan è un Paese sicuro nonostante la presa del potere da parte dei talebani.

Il giovane cancelliere Sebastian Kurz (lui di centrodestra, in coalizione con i Verdi), ha infatti insistito sulla necessità di continuare il rimpatrio dei migranti afghani giunti irregolarmente.

 “È importante” conclude “continuare a rimpatriare chi non ha reali esigenze di protezione”.

Nehammer che gli fa eco, dichiara: “Un divieto generale di espulsione è un fattore di attrazione per l’immigrazione illegale”.

Sei Paesi membri dell’Ue avevano scritto alla Commissione europea nella scorsa settimana affinché non si opponesse alla deportazione dei migranti nonostante l’avanzata dei talebani e il ritiro delle truppe Usa ed europee dall’Afghanistan. Tale richiesta sembrava però contrastare con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, alla quale i Paesi Ue, Austria compresa, avevano invece aderito da tempo.

Per questo, tre dei sei firmatari (Germania, Paesi Bassi e Danimarca) erano entrati in collisione con Vienna, la quale in queste ora persiste tuttavia con la linea dura.

Altri Paesi che accoglieranno un certo numero di rifugiati saranno l’Albania e il Canada, mentre la Germania e i Paesi Bassi dichiarano che bloccheranno gli espatri degli afghani già sul suo territorio, annunciando inoltre l’evacuazione da Kabul di 10mila persone tra ex collaboratori del governo federale e attivisti per i diritti umani.

Di fronte all’assenza di presa di posizione da parte della ministra Luciana Lamorgese, l’Italia si prepara ad accogliere l’emergenza dei profughi che arriveranno dall’Afghanistan abbandonato dalle forze americane.

 Tra i sindaci italiani in prima linea per l’accoglienza dei rifugiati, c’è il primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori che ha sottolineato come “siamo in tanti, sindaci di città italiane, a voler dare sin d’ora disponibilità all’accoglienza dei rifugiati”. Anche la città di Trento, guidata dal sindaco Franco Ianeselli, ha detto che la usa città è “pronta ad aiutare chi fugge e chi resta. Non possiamo abbandonare il popolo afghano al proprio destino e i sindaci si stanno mobilitando in modo compatto”.