di Giuseppe Sergi

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Pubblichiamo questo pezzo un po’ ironico poiché seguiamo da vicino la vicenda del Polo, concedendo spazio a entrambi i contendenti.

Secondo noi il sindaco Branda ha fatto bene a dire la sua.

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Sergi MPS Branda Polo

È uno dei tormentoni della politica bellinzonese, soprattutto all’interno della “Kuche” (la cucina per usare l’espressione con la quale in Svizzera tedesca, nel gergo politico, si indica l’ambiente ristretto, sempre più, dei frequentatori di quella che si definisce la “sinistra”), additare l’MPS come “nemico” del sindaco di Bellinzona, Mario Branda.

Le nostre riserve nei suoi confronti sarebbero pregiudiziali; a nulla serve, naturalmente, ricordare che quando contestiamo le opzioni politiche espresse da Branda lo facciamo poiché egli rappresenta il Municipio e i partiti che ne fanno parte e che vanno, tra di loro, d’amore e d’accordo sulle principali opzioni politiche della città. Opzioni sulle quali noi ci troviamo in netta opposizione. Anche per questo non abbiamo preso posizione nella contesa, del tutto artificiale, per la poltrona di sindaco.

Ora, Mario Branda ci offre un altro spunto per contestarne l’agire. Proprio oggi, sui giornali è apparsa la notizia che “i sindaci di Bellinzona, Chiasso, Locarno e Mendrisio hanno espresso … sostegno al progetto del Polo sportivo e degli eventi (PSE) di Lugano”; e che i sindaci considerano il PSE “un tassello fondamentale nella creazione in Ticino di una rete di infrastrutture, impianti e servizi complementari, che la nuova rete di trasporto pubblico, dopo l’apertura della Galleria ferroviaria del Monte Ceneri, può oggi mettere in relazione tra loro in maniera ottimale e fare del nostro Cantone e dei suoi poli quella che ormai possiamo chiamare a pieno titolo Città Ticino”.

Un vero e proprio “pieno di nebbia” lanciato, evidentemente, a “titolo personale”, dai sindaci delle maggiori città, tra le quali anche Bellinzona.

Naturalmente tutti costoro, a cominciare da Branda, rispettano le leggi a intermittenza. Sono pronti a richiamare i rappresentanti dell’opposizione se parlano, in replica, più di due minuti; ma non fa loro né caldo né freddo infischiarsene degli articoli di legge quando esprimono il proprio punto di vista. Come, ad esempio, l’art. 118 della Legge Organica Comunale (ripreso nell’art. 83 del Regolamento comunale della città di Bellinzona) laddove afferma che “Il sindaco rappresenta il comune…”. Sui pronunciamenti di tipo politico, quando si agisce nella veste di sindaco (e alla riunione che ha emesso quel comunicato i sindaci erano presenti nella loro veste ufficiale), non esiste il punto di vista “personale”.

Chi ha autorizzato Mario Branda ad affermare, esprimendosi come sindaco e quindi “rappresentando” la città di Bellinzona e le sue cittadine e cittadini, che il PSE è un progetto fondamentale e che va sostenuto?

E visto che parliamo di Bellinzona, e se le parole hanno ancora un senso, se il PSE veramente rappresenta un “tassello fondamentale” per i poli del Cantone, perché la città di Bellinzona non dovrebbe sostenerlo anche dal punto di vista finanziario? Non ci sono infatti dubbi che, ammessa e non concessa la sua valenza strategica, esso vale almeno venti volte quello che vale il contributo di 500’000 franchi proposto per la Gottardo Arena (sulla cui valenza strategica non è il caso nemmeno di discutere talmente essa è insignificante).

Coerenza vorrebbe che molto presto il Municipio di Bellinzona presentasse un messaggio per un contributo di sostegno al PSE di qualche milione di franchi, qualora il progetto venisse accolto il prossimo 28 novembre, come ha fatto (sbagliando, ma coerentemente) il Consiglio di Stato.

Ma questo coerente coraggio, né a titolo personale né a titolo collettivo, a Branda non verrà mai perché, ci ricorda il Manzoni, “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” …