Capita talvolta che i nordcoreani cerchino di evadere dal loro Paese, cercando di attraversare la frontiera con la Cina per poi affrontare un lungo viaggio tortuoso che li porta a Seul, in Corea del Sud.

Questa volta, però, qualcuno ha attraversato il confine tra le due Coree diretto verso il Nord, beffando la difesa sudcoreana della Demilitarized Zone (Dmz), che da settant’anni è definita l’area a più alta concentrazione di soldati, armi, trappole antiuomo e mine di tutto il mondo.

L’individuo non identificato è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza che coprono tutta l’area alle 18.40 del 1° gennaio, mentre scavalca una barriera d’accesso alla Dmz nella provincia di Gangwon, a Est del territorio sudcoreano, come comunicato dal comando militare di Seul.

Alle 21.20 è apparsa la sua faccia nelle telecamere, ma l’uomo è riuscito ancora a nascondersi nella boscaglia; alle 22.40 i sensori elettronici ne hanno rilevato la presenza mentre stava superando la Military Demarcation Line, la linea che divide in due la Zona smilitarizzata, larga 4 chilometri.

L’uomo era entrato nell’area nordcoreana.

Le guardie di frontiera dall’altra parte del 38° parallelo non spareranno, come informate da Seul, all’individuo che, non si sa perché, ha cercato rifugio nella terra governata da Kim Jong-un.

Dal 1953, al termine della Guerra di Corea furono ben 33 mila i cittadini nordcoreani che fuggirono dalla dittatura della Corea del Nord. Oggi il Paese affronta l’ennesima crisi alimentare.

Si dice che solo un agente segreto di Pyongyang di rientro da una missione di spionaggio o di ricognizione possa essere voluto tornare in corea del Nord, ma anche un nordista deluso dall’esperienza al Sud; o, peggio, qualcuno che davvero creda alla propaganda di Kim e veda nella Corea del Nord un Paese migliore.