Si chiamava Lorenzo Parelli, aveva 18 anni ed è morto schiacciato da una putrella a forma di T pesante 150 chili nello stabilimento della Burimec a Launzacco (Pavia di Udine), perdendo la vita in fabbrica nell’ultimo giorno del suo stage nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, in Friuli.

“Mio figlio è uscito per andare a scuola e non è più tornato” dice la madre, che non si da pace per la perdita dolorosa, straziante e assurda del figlio. La signora, ora, chiede verità.

Lorenzo che era iscritto al quarto anno di meccanica industriale all’istituto salesiano Bearzi di Udine, eseguiva quella che in Italia è chiamata “alternanza scuola-lavoro”, introdotta dal Governo Renzi del 2015, che prevede che gli studenti impieghino alcune ore della loro formazione lavorando.

Ieri, a Roma si è svolta una manifestazione al Pantheon in ricordo del ragazzino, nella quale centinaia di studenti si sono scontrati con la polizia, per chiedere giustizia: molti di loro sono tornati a casa con la testa spaccata dai manganelli della polizia. A Udine al palazzo Istruzione di via Gilli 3, un blitz di manifestanti ha imbrattato di vernice rossa le vetrate dell’ingresso sono dedicando l’atto “A Lorenzo morto di Pcto”.

Quest’ultimo è l’acronimo di “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”, ovvero l’”alternanza scuola-lavoro”.

In merito a tale pratica, infatti, non sono mai mancate polemiche, da parte di coloro che vedono in essa nientemeno che sfruttamento minorile e di giovani.

In questa tragica morte, chi doveva seguire lo studente nel percorso professionale – secondo i regolamenti, un tutor aziendale doveva seguire Lorenzo – era assente per malattia e l’azienda aveva messo un sostituto al suo posto.

Ora gli accertamenti puntano a capire se il cambio sia avvenuto secondo le norme, ed in che modo il nuovo tutor seguiva il diciottenne e se era presente al momento dell’incidente.

Ora Il titolare dell’azienda, Pietro Schneider, 71 anni, è indagato per la tragedia accaduta alle 14,30 di venerdì scorso.

Lorenzo è stato colpito in testa dalla putrella mentre era al lavoro davanti al carroponte numero 12648 della Burimec. Il 18enne però non stava materialmente lavorando, ma si trovava in un’area a rischio. Quando è stato soccorso indossava il casco protettivo e i guanti, che sono stati sequestrati.

Gli operai stavano lavorando alla realizzazione di un impianto di laminazione dell’acciaio lungo 15 metri e largo 7. La barra d’acciaio ha colpito Lorenzo sulla testa, procurandogli lesioni mortali.

Sono quattro gli operai che, assieme al responsabile della sicurezza della Burimec sono stati sentiti in qualità di testimoni.

Ora è stata aperta un’indagine per «addivenire a una compiuta ricostruzione della dinamica dell’infortunio mortale».

Ora i tecnici del Dipartimento di prevenzione ricostruiranno la situazione esistente nell’ambiente di lavoro, seguiti poi da un esperto in lavorazioni e sicurezza industriale, dai consulenti tecnici, e dal medico legale che si occuperà dell’autopsia (che probabilmente sarà Carlo Moreschi, colui che ha effettuato il primo sopralluogo dopo l’incidente).

Nel 2021 in Regione sono morti 22 lavoratori, più del 2019.