L’anno scorso la Russia ha testato il proprio sistema missilistico anti-satellite facendo esplodere uno dei suoi vecchi veicoli spaziali nell’orbita terrestre sopra i 420 km, causando un gran numero di detriti. L’equipaggio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) si è dovuto rifugiare nelle capsule di sicurezza, ma fortunatamente il passaggio dei detriti non è stato pericoloso. Migliaia di pezzi di detriti più piccoli hanno comunque minacciato gli interessi di tutte le nazioni.

La Russia ha dato inizio ad una guerra il cui impatto si è esteso a minacciare lo spazio, dove i satelliti forniscono Internet e informazioni per le relazioni internazionali.

Le immagini satellitari sono diventate una caratteristica regolare nella copertura dell’invasione, offrendo alla resistenza ucraina un aiuto per capire dove si trovano i russi, da dove vengono e come sono organizzati, mettendo a nudo, sotto gli occhi di tutti, il livello di forza utilizzato dalla Russia.

Per decenni Stati Uniti e Russia hanno collaborato nello spazio. Dal 1975, nel mezzo della Guerra Fredda, con l’Apollo-Soyuz Test Project, fino a lavorare insieme al programma della ISS. Adesso la guerra in Ucraina ha suscitato reazioni negative tra i partner di Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, mettendo in crisi lo spirito di collaborazione.

Le immagini dallo spazio erano appannaggio di gruppi militari avanzati e di pochissimi paesi. Oggi, le società commerciali catturano sempre più tali immagini, e la capacità di combinarle potrebbe superare quella dell’esercito russo, fornendo un supporto di tipo militare per evitare il coinvolgimento diretto delle nazioni occidentali.

Questa guerra ha cambiato la politica nel mondo e ha cambiato anche la politica del volo spaziale. Le relazioni tra Washington e Mosca sono le peggiori dalla crisi del 1962 quando missili balistici sovietici furono schierati a Cuba in risposta a quelli statunitensi schierati in Turchia, Italia e Regno Unito nelle vicinanze della frontiera sovietica.

Il capo dell’Agenzia Roscosmos, Dmitry Rogozin, ha scritto in un messaggio via Twitter che sostiene pienamente l’invasione ucraina, minacciando persino i suoi partner della ISS (NASA, JAXA, ESA e CSA) arrivando ad invocare una guerra nucleare. Rogozin, ha affermato di essere disposto ad abbandonare il programma ISS, minacciando l’intenzione di correggere la sua orbita per farla cadere in Europa o negli Stati Uniti. La navicella spaziale russa Progress, utilizzata per portare rifornimenti e carburante alla ISS, ha la capacità di aumentare l’altitudine della stazione abitabile e controllare il suo orientamento attraverso i propri propulsori. Senza di lei, la stazione ISS cadrebbe nell’atmosfera terrestre dove si disintegrerebbe, ma con il rischio che alcuni frammenti possano colpire persone o edifici sulla Terra.

Roscosmos ha anche interrotto le vendite di motori a razzo di fabbricazione russa agli Stati Uniti, anche se quest’ultimi ne avevano già vietato l’importazione alcuni anni fa, e si rifiuta di lanciare un lotto di 36 satelliti della compagnia inglese OneWeb, progettati per fornire servizi Internet a banda larga in tutto il mondo, a meno che non venga data garanzia alla Russia che non saranno utilizzati per scopi militari. Cosa che finora il Regno Unito si è rifiutato di negoziare.

Molti avvertono un declino del potere spaziale da parte degli Stati Uniti, vista anche l’ambizione mostrata dall’agenzia spaziale cinese. Però osservare la potenza spaziale significa tener conto anche delle aziende commerciali, dove quelle occidentali, ma soprattutto quelle americane, hanno un ampio vantaggio.

La società di Elon Musk non solo fornisce immagini satellitari, ma anche telecomunicazioni. SpaceX difatti, ha offerto all’Ucraina dei terminali per collegarsi al sistema Starlink, una mega costellazione di satelliti che offre accesso a Internet ad alta velocità. Se la Russia dovesse interrompere i servizi Internet e altre forme di comunicazione, SpaceX potrebbe fornire connettività, anche se questo comporterebbe dei rischi in quanto le antenne satellitari a due vie potrebbero essere identificate.

Da quando inoltre la compagnia di Musk ha iniziato a lanciare astronauti americani dalla Florida nel 2020, la NASA ha acquistato meno posti dalla Russia e stava negoziando per un cosmonauta russo da lanciare sulla Crew Dragon di SpaceX. Il progetto è stato interrotto quando è iniziata l’invasione.

Il conflitto dunque potrebbe svilupparsi in modo inaspettato nel dominio spaziale, dove molti paesi fanno ancora affidamento alla Russia con i suoi razzi Soyuz per una serie di lanci. La questione più delicata di politica spaziale in corso è la ISS, dove per oltre 20 anni la Russia ha collaborato al mantenimento di un laboratorio di ricerca in orbita, che non è stato progettato per essere diviso tra i paesi partecipanti.

Le minacce potrebbero appannare l’affidabilità dell’agenzia spaziale russa come provider di lancio e indebolire le sue prospettive future. Con questa guerra, la Russia ha perso il potere nel business spaziale e la NASA non può andare avanti come se tutto fosse normale. Perché non lo è, le cose sono cambiate anche in orbita.