La pazzia di questo mondo non finisce mai di stupire ed ha ragione il detto che “non c’è mai fine al peggio”. Basta leggere il discorso del Maresciallo Kim Jong-un riportato dalla Korean Central News Agency di Pyongyang capitale della Corea del Nord. Vestito da parata con una divisa bianca ha detto:”per essere in linea con i cambiamenti politici, le situazioni militari e le possibili crisi del futuro … continueremo a prendere decisioni per sviluppare ulteriormente le forze nucleari del nostro paese, al passo più veloce possibile”. Ha poi aggiunto che mentre fino ad ora l’arsenale nucleare era un deterrente, “il nucleare non può essere confinato ad una singola missione. Se qualcuno tenterà di violare gli interessi fondamentali del nostro paese, le nostre forze nucleari (le nostre bombe) dovranno in modo decisivo espletare questa seconda missione”. Tutte belle notizie a completare il record di quest’anno in cui Kim ha lanciato 15 missili di varie gettate. Il monarca rosso di terza generazione è anche apparso nel nuovo portfolio diffuso da Pyongyang a cavallo di un purosangue bianco, immagine sacrale da semi-dio come quello che nel 2019 lo aveva portato sul Monte Paektu dal quale discenderebbe la sacra dinastia dei Kim. Dalla retorica alla pratica. Come noto, sta per prendere le redini della Cora del Sud Yoon Suk-yeol, neo eletto, con scarso discernimento politico perché nella sua carriera è stato un solerte ed incorruttibile magistrato da “mani pulite”.

Monumento nazionalista in Corea del Nord

Nel prendere conoscenza della situazione attuale, avendo iniziato il suo mandato da pochi giorni, i suoi generali gli hanno comunicato informazioni preoccupanti. Secondo l’intelligence il maresciallo starebbe per autorizzare un’esplosione sotterranea di un ordigno nucleare.

Le immagini di satelliti occidentali mostrerebbero una notevole ripresa di attività a Punggye-ri, il poligono dove la Corea del Nord ha condotto 6 test nucleari sotterranei in passato. Conferma che il dittatore Kim non ha nessuna intenzione di diminuire la dipendenza dagli ordigni nucleari ed il tempismo sarebbe perfetto, proprio nel momento in cui al Sud un leader conservatore – non molto fan di Kim – prende le redini del potere.

Un segnale? Yoon nel suo discorso di investitura ha osservato che la situazione della Penisola è pericolosa. Ha anche proposto un grande piano “un piano audace per aiutare l’economia nordcoreana a rinascere”, ovviamente se Kim accettasse la rinuncia all’arma nucleare. Discorso retorico perché anche i muri sanno che Kim non rinuncerà ai suoi piani nucleari essendo la bomba la sua polizza assicurativa. Già in passato Seoul ha offerto sostegno economico a Kim in cambio della distensione. Ricordiamo che tra Nord e Sud non c’è nessun trattato di pace dalla fine della guerra civile (1950-1953), ma solo un armistizio firmato e consacrato a Panmunjom.

Anche Donald Trump ha tentato di portare Kim ad un negoziato, fallito definitivamente ad Hanoi nel febbraio 2019. Si è capito che Kim non ha nessuna intenzione di rinunciare all’arsenale costruito nel corso degli anni nonostante le sanzioni economiche durissime subite e lo ha fatto capire durante la parata militare del 25 aprile scorso. In sintesi il maresciallo, a fronte delle offerte d’aiuto di Yoon volte a sviluppare l’economia del paese, ha risposto in modo criptico, ma facilmente decifrabile: non se ne parla proprio. Yoon sa che “la Corea del Nord agita lo spettro del nucleare per ricattare il Sud”. Kim, in sintesi, vorrebbe un Sud de-americanizzato, nuke free e facilmente controllabile, senza soldati americani.

L’argomento sarà l’oggetto di discussione con Joe Biden che si recherà a Seoul il 20 maggio prossimo. Washington ha più che mai bisogno dell’appoggio di Seoul e viceversa, ma Kim sarà il convitato di pietra….

V.Volpi