Era il 15 aprile 2019, quando, sul far della sera, le tv di tutto il mondo trasmettevano le terribili immagini delle fiamme che avvolgevano la splendida cattedrale di Notre-Dame a Parigi, per poi far crollare, in una vertiginosa caduta, la guglia sull’abside stesso. Si temeva che la cattedrale perisse totalmente nelle fiamme, ma poi, all’alba, le prime immagini dei pompieri penetrati all’interno, divulgavano la speranza: l’edificio era saldo e in piedi: all’interno, tra le macerie, brillava la croce.

Il restauro, rallentato dalla pandemia, prosegue e, ad oggi, si consta che sono mille le querce che dovrebbero servire per ricostruire la guglia (ottocentesca) dell’architetto Viollet-le-Duc.

Così, nella foresta di Bercé, nella Sarthe (nel nord-ovest della Francia) sono state selezionate le prime otto querce che saranno impiegate nella ricostruzione della guglia: in totale, le querce offerte in tutto il Paese per la ricostruzione della Chiesa simbolo, sono un migliaio.  

Il tragico infausto evento
I tragici istanti

Julien Denormandie, ministro dell’Agricoltura assieme a Roselyne Bachelot, ministro della Cultura, hanno “marchiato” le otto querce simbolo della rinascita, con una placca con sopra inciso “albero n.1”.

 Jean-Louis Georgelin, generale e presidente dell’ente pubblico incaricato della messa in sicurezza e del restauro di Notre-Dame, ha parlatodi un “quartiere che riguarda tutta la Francia”.  Ed, infatti, ogni regione ha donato un determinato numero di querce.

Certo, quello di Notre Dame è un simbolo, ma ogni anno, in Francia, vengono demolite circa trenta chiese. Il numero, impressionante, riportato da diversi siti cattolici di denuncia della situazione ormai irrecuperabile, dimostra, da un lato, il laicismo lassista delle autorità che lascia che ciò avvenga, dall’altro il vandalismo imperante di plurime azioni premeditate ma anche, in fine, il laicismo intollerante dell’amministrazione che decreta in primis di distruggere le chiese per costruire, al loro posto, dei veri e propri parcheggi o degli edifici in stile minimalista.

Questa chiesa, ad esempio, è stata distrutta.

L’ultimo scempio è avvenuto a Lille, nel Nord del Paese, dove la cappella di fine ottocento in stile neogotico di San Giuseppe è stata distrutta dalle ruspe governative, per costruire un edificio che ospiterà studi di ingegneria. Invano, un appello aveva cercato di salvarla.

La cattedrale di Lille mentre viene demolita

Dopo l’incendio doloso della Cattedrale di Nantes, lo scorso 18 luglio 2020, compiuto da un richiedente asilo “arrabbiato perché non gli rinnovavano il permesso di soggiorno”, come scrive l’istituto “osservatorio sulla cristianofobia” la Francia è il Paese europeo che sta subendo più attacchi alle sue Chiese.

Tra attacchi e demolizioni architettate ed approvate dal Governo, la Francia rinnega il proprio passato.