Rispetto al nostro immobilismo le cose in Asia si muovono con velocità. Senza far torto alla religione, tutti i media sottolineano il viaggio di Papa Francesco in Kazakistan per partecipare ad un incontro interreligioso sicuramente importante.

Nulla invece, o poco, sugli incontri che Putin e Xi avranno in un momento così delicato per il mondo. È ipocrita parlare del conflitto russo-ucraino allorché Usa e Gran Bretagna stanno fornendo all’Ucraina il top dei loro armamenti militari e naturalmente istruttori, come si intuisce dalle recenti riconquiste territoriali nel paese. Ormai è un confronto degli alleati con un esecutore che è Zelensky. Non parleremo quindi di religione, ma del significato dell’incontro dello Zar russo con l’Imperatore rosso cinese. Putin ha sfiorato Papa Francesco nella capitale kazaka, nessun incontro naturalmente previsto, ma è ora in Uzbekistan, nella meravigliosa e storica Samarcanda per presenziare un meeting “SCO”-Shanghai Cooperation Organization (15-16). L’incontro che si basa sul progetto cinese della Via della Seta congrega partners molto importanti come Cina, Russia, India, Pakistan, Kazakistan, Uzbekistan, Tajikistan e Kirghizistan.

Per non farsi mancare nulla Pechino ha invitato anche l’Iran, ovvero il Presidente Ebrahim Raisi che firmerà l’atto di adesione all’Organizzazione per il suo paese. La ciliegina sfiziosa sulla torta saranno gli incontri privati fra Putin e Xi in un momento topico. Trapelerà sicuramente ben poco di quello che si diranno,  ma possiamo tentare di immaginarlo. Sono “amici del cuore”, ma devono in modo diverso stare attenti a cosa dicono. La circospezione cinese è visibile, infatti l’Agenzia Xinhua ha confermato solo ieri il viaggio di Xi, mentre da Mosca danno più notizie degli incontri.

La settimana scorsa Li Zhanshu, numero 3 del Politburo del Partito Comunista Cinese, è stato a Mosca per un incontro con Putin ed offerto “il più forte sostegno finora espresso da Pechino alla guerra in corso in Ucraina”. Li Zhanshu ha affermato che “la Cina comprende e sostiene la necessità di tutte le misure prese dalla Russia per proteggere i suoi interessi nazionali, stiamo fornendo assistenza”. Secondo fonti della Duma (russa) avrebbe aggiunto che “Pechino è vicina per quanto riguarda la questione ucraina nella quale Mosca era stata messa in un situazione insostenibile” (fonte Santevecchi Corsera che mette punti interrogativi sulla fedeltà del resoconto). Da fonte cinese rivela anche che i cinesi sanno usare l’ambiguità strategica avendo giocato sull’Ucraina la carta della neutralità. Sarà il 39mo incontro fra i due potenti e Yang Jiechi, Ministro degli Esteri cinesi, ha affermato che “sotto la guida strategica dei Presidenti Xi e Putin le nostre relazioni hanno proseguito sulla buona via” seguito dalla solita propaganda sullo sforzo cinese per costruire un ordine internazionale più giusto e razionale, multipolare, ma con la Cina che si candida a guidare la sua sfera di influenza in Asia.

Per concludere, l’alleanza Cina e Russia prosegue con la Russia socio di minoranze con forte bisogno di essere sostenute. Di più anche negli armamenti? Si vedrà. La Cina è cauta, ha i suoi problemi che la assillano ed alle porte il XXmo Congresso del Partito.

V.Volpi