Il film del 2017 I, Tonya, diretto da Craig Gillespie, che ha consacrato Hallison Janney all’Oscar come miglior attrice non protagonista e la giovane protagonista Margot Robbie alla carriera, è un controverso biotopic sulla pattinatrice sul ghiaccio Tonya Harding, ”secondo personaggio più famoso d’America dopo Bill Clinton”.

Il fatto

La vicenda è cosa nota: Il 6 gennaio 1994, la pattinatrice “rivale” di Tonya Nancy Kerrigan fu aggredita dopo una sessione di allenamento ai campionati nazionali. Fu costretta a ritirarsi momentaneamente, e il titolo nazionale andò proprio alla Harding. Dalle indagini risultò che Jeff Gillooly, ex marito della Harding, con l’aiuto dell’amico Shawn Eckardt, aveva ingaggiato l’aggressore Shane Stant affinché colpisse la Kerrigan al ginocchio destro con un manganello. 

Gillooly dichiarò di averlo fatto d’accordo con l’ex moglie per mettere fuori gioco la rivale in vista dei Giochi olimpici invernali. Nei giorni successivi, gli inquirenti accertarono anche le responsabilità della Harding nell’agguato, la quale negò di esserne l’ideatrice, ma ammise di aver saputo che avrebbe avuto luogo. La federazione statunitense di pattinaggio avrebbe voluto toglierle il posto nella squadra olimpica, ma la Harding minacciò una causa legale milionaria e poté quindi partecipare ai Giochi olimpici di Lillehammer. La Harding partecipò alle Olimpiadi, ma si ruppe un laccio dello stivaletto; piangendo, chiese ai giudici di poter rifare la prova. Costoro apparentemente glielo concessero, la Harding fece un’ammirevole esibizione ma fu punita a posteriori venendo piazzata ottava; la “rivale” Kerrigan, invece, arrivò seconda. 

Nel marzo 1994, la Harding dovette pagare un’ingente multa di 160.000 dollari per evitare il processo. Dichiarò sempre la propria estraneità all’ideazione dell’aggressione. La federazione statunitense decise però di revocarle il titolo nazionale appena vinto e bandirla a vita; anche il circuito ISU la dichiarò “persona non gradita”. Ad aggiungere ulteriore clamore ci fu anche la diffusione da parte di Gillooly di un video hard girato con Tonya Harding in camera da letto. Oggi, Tonya Harding dopo aver percorso con discreto successo la carriera da pugile, ha una nuova vita: è sposata e ha un bambino: ci tiene a dire di essere una buona madre. 

Il film

Il film di Gillespie non distorce la realtà ma la racconta filtrata dagli occhi di Tonya, che fin da piccolissima è una ragazzina con uno spiccato talento per il pattinaggio su ghiaccio, ma tristemente abituata a sopportare i soprusi di una madre anaffettiva e violenta. La violenza è la colonna portante del film: Tonya bambina viene picchiata dalla madre; quindi spara agli occhi dei conigli, Tonya adolescente insulta le compagne, quindi incontra Jeff, che la picchia e la sposa.

Margot Robbie – formidabile interprete di un personaggio controverso, la sua immagine è stata rielaborata al computer per permetterle di compiere il ”triplo axel”, salto triplo che Tonya fu la prima donna ad eseguire

Solo attraverso il pattinaggio, Tonya riesce a costruirsi un’identità, ma come più volte viene ripetuto nel biopic, l’America vuole una persona da amare, che provenga da una perfetta famiglia americana, e la ventenne divorziata, rossa di viso e di chioma, che si cuce i vestiti da sola e male, fuggita dai coltelli della madre e dai proiettili del marito, non è certo la perfetta icona che gli USA vorrebbero. Non come Nancy Kerrigan, dai capelli neri e la pelle candida, supportata e amata, dal mondo e da tutti. Nel film, la situazione  è in continuo degenere: dal rapporto tossico col marito, al tentativo, da parte di questi, di farsi amare dalla moglie, mettendo fuori gioco l’avversaria di costei. E il truce e baffuto Jeff lo fa ingaggiando il mitomane corpulento Stant, che a sua volta paga Eckardt, perchè con un manganello spacchi il ginocchio nello spogliatoio alla Kerrigan. Tonya riceverà giurisdizionalmente un trattamento ben più duro dell’ex marito e del suo complice, verrà bandita a vita dal pattinaggio artistico, si darà al pugilato dove, tra sangue e arena, verrà acclamata da un pubblico mangia-hamburger che reclama altra violenza.

Dal film

Secondo il regista, Tonya non sembra colpevole dell’accaduto; la vediamo infatti acconsentire solo a una violenza psicologica, ovvero a mandare delle lettere anonime alla rivale, per intimorirla, ma non ad arrecarle tanta violenza. Per il New Yorker, Richard Brody ha disprezzato la vena troppo comica con la quale è stata raccontata la vita iniziale della protagonista, un’opinione condivisa anche da Jean Hannah Eldestein del The Guardian. Anche altri critici hanno completamente stroncato il film, accusandolo di aver modificato la storia della Harding in modo da renderla apprezzabile al pubblico. Inoltre, nel film non vediamo quasi mai la Kerrigan (interpretata da Caitlin Carver), la quale viene inquadrata proprio mentre la Harding alias Robbie pronuncia la parola “cacca” (“sale sul podio con l’espressione di chi ha appena pesato una cacca”). Un film leggermente irriverente per la “vittima” e largamente riabilitante per la “cattiva” della situazione. Umanamente, è la storia di una donna vittima di orribili soprusi e abominevole violenza domestica, un film che nega l’esistenza di una sola verità, perché, come la Harding stessa pronuncia nella scena finale, “la verità non esiste, questa è la mia storia”; un film che, forse non reca giustizia alla verità dei fatti, o forse la reca proprio raccontandola così, un film che, alla fine, è funzionale a dimostrare la straordinaria bravura recitativa di Margot Robbie, accompagnata ad un’eccezionale bellezza quantomai spiritata. 

Una sequenza recitativa formidabile – Margot Robbie