Il tragico bilancio delle morti provocate dal forte terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria non fa che aggravarsi di ora in ora e ad oggi si parla di circa 12mila persone che hanno perso la vita e altre decine di migliaia sono rimaste ferite. Nonostante le cifre altissime, purtroppo la conta continua e il numero è destinato inevitabilmente ad aumentare. Il maggior numero di morti si è registrato in Turchia ma ci sono state migliaia di vittime anche in Siria. Con il passare delle ore diventa sempre più improbabile trovare qualcuno di ancora vivo sotto la macerie, soprattutto ora che i fatidici 3 giorni sono ormai passati. L’OMS stima che le vittime totali potrebbero salire a 20’000.

Intanto la lentezza dei soccorsi ha attirato non poche critiche, rivolto a Recep Tayyip Erdogan. Il presidente è accusato di non aver reagito abbastanza in fretta e di non essersi dimostrato pronto a gestire la situazione di crisi, nonostante la Turchia sia un territorio molto esposto ai terremoti. I tragici avvenimenti e l’aumento dell’inflazione potrebbero mettere in pericolo il prossimo mandato di Erdogan, la cui popolarità era calata notevolmente ancor prima della calamità. Intanto il presidente turco si giustificato: “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile. Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse. Lo Stato sta facendo il suo lavoro”. Lo ha dichiarato alla stampa internazionale mentre si trovava in visita nei luoghi più colpiti.

Oltre ai morti e ai feriti, sussiste anche il problema degli sfollati. Si stima che circa 300mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni soltanto in Siria. Molte le persone abbandonate a se stesse. In Turchia è stato sollevato anche il problema del freddo, migliaia di persone che si trovano in zone dove gli aiuti non sono ancora arrivati non hanno dove rifugiarsi durante le gelidi notti.