Ticinolive propone oggi questa intervista esclusiva a Bruno Aprile, fondatore del comitato italiano “Uscita UE”. 

www.comitatouscitaue.it 

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Ad un passo dalla firma del MES da parte del Presidente Conte, tanti italiani si interrogano sulle sorti del paese e sono sempre di più i cittadini che temono un indebitamento del paese e di finire tragicamente nel tracollo economico che colpì la Grecia qualche anno fa.

Molti cittadini  italiani, da tempo e sicuramente, vorrebbero distaccarsi da questo meccanismo che per molti non è più un segno di stabilità economica ma diventa sempre di più una sorta di minaccia  finanziaria del nostro paese, pertanto lasciamo la parola al fondatore di questo comitato di liberi cittadini apartitici.

2020 

Quando parliamo di Europa, mi viene spesso in mente la famosa “favola”, quel sogno che avevo da bambina, che avevano i miei genitori e i miei nonni iniziato dal dopo guerra. Sognavamo l’Europa unita come isola di pace, stabilità economica, luogo dove affermare i valori della civiltà occidentale. Non le dico l’emozione del primo euro che strinsi tra le mani, me lo ricordo ancora e lei se lo ricorda?Oggi cosa differisce la realtà dal sogno? Perché lei  e il suo comitato invece volete uscire dall’Europa?

Bruno Aprile  Il sogno è ciò che si auspicava quando 6 stati europei (fra cui il nostro – l’Italia) fondarono la Comunità Economica Europea allo scopo di facilitare la socializzazione, il commercio e la solidarietà fra gli Stati europei sul principio di uguaglianza.

La realtà è che, specialmente dopo la sottoscrizione e la ratifica del trattato di Maastricht, la Comunità Europea si è trasformata in un mostro nelle mani di speculatori finanziari che creano moneta dal nulla e indebitano gli Stati, impoverendoli. Per questo riteniamo opportuno uscire da questa macchina infernale chiamata Unione Europea. Sarebbe meglio definirla Unione delle Banche contro le popolazioni europee.

Abbiamo fondato questo Comitato perché, in nome della sovranità che secondo la costituzione italiana appartiene al popolo, sia quanto meno il minimo atto di rispetto nei confronti di un popolo sulla carta sovrano dargli modo di esprimersi. Non gli è stata data questa opportunità prima e gliela si deve dare ora se il popolo vuole esprimersi.

Qual è la molla che le ha fatto nascere questo desiderio di creare un comitato di cittadini liberi da ogni condizionamento di parte e politico?

Come ripeto è stata la consapevolezza che, al di la delle chiacchiere di alcuni, nessuna forza politica che rappresenti il popolo in parlamento ha mai concretamente fatto i passi per far ricrescere il paese. Il governo italiano non ha posto riserve quando avrebbe dovuto porle, non intende impugnare l’art. 50 del trattato sull’Unione Europea che prevede il recesso dall’Unione, nessuna forza politica ha proposto la legge che stiamo proponendo noi per indire il referendum che vogliamo sia indetto e pertanto abbiamo pensato di farlo noi. Con le chiacchiere e le lamentele non si cambia nulla e se si spera sempre in un messia nel nostro parlamento, che crediamo non ci sarà mai, si farà la fine della povera Grecia.

L’espressione diretta del popolo è il sale della democrazia ed è per questo che da anni io ed altri membri di questo comitato studiamo il sistema svizzero dove la democrazia diretta è componente essenziale del sistema sociale e politico di quella nazione. Da anni conosco la confederazione e nel mio blog personale ho dedicato una pagina dove ho messo i link a tutte le costituzionali cantonali e federale della Svizzera e da circa 20 anni diffondo il modello svizzero. Agli italiani manca la capacità del popolo di essere sovrano, di potersi esprimere sulle questioni di interesse comune più importanti e quando lo ritiene comunque opportuno. E’ stato proprio  questo senso di legalità e di espressione popolare che vige in Svizzera che mi ha fatto vedere la situazione economica e politica italiana nel contesto europeo con un nuovo sguardo e una nuova prospettiva.

Vede, nella confederazione ognuno ha la sua identità nel rispetto comune, sono un’insieme di stati con lingue diverse, parlamenti diversi è una sorta di Europa in piccolo, ma si rispettano tutti e fanno capo ad un unico parlamento: così dovrebbe essere L’Europa. Europa che ha invece un parlamento con limitati poteri decisionali e legislativi. In campo economico, finanziario e monetario non ha addirittura alcun potere.

Non esiste affatto solidarietà e uguaglianza fra stati europei perché sappiamo tutti ormai come la Germania e la Francia abbiano più privilegi di altri Stati, e sappiamo anche come i nostri governi abbiano consegnato l’agricoltura e l’industria manifatturiera a Francia e Germania facendoci diventare il fanalino di coda dell’Europa quando eravamo la quarta potenzia economica nel mondo prima di Maastricht

Da chi è composto il movimento e cosa vi prefiggete?

Non è un movimento ma un comitato che si appella a una legge italiana  che permette di costituirsi  per presentare una proposta di legge di inziativa popolare come previsto dalla costituzione italiana. Siamo comunissimi cittadini senza alcuna appartenenza partitica, alcuni dei quali studiano e diffondono la democrazia diretta da anni seguendo il modello svizzero che non ha eguali in tutto il mondo. Ritengono un sacrosanto diritto potersi esprimere mediante gli strumenti previsti dalla Costituzione italiana in virtù della sovranità che appartiene al popolo come chiaramente indicato nella legge fondamentale della repubblica italiana.

L’art. XVIII delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione italiana recita che “la costituzione deve essere fedelmente osservata come legge fondamentale della repubblica da tutti i cittadini e dagli ORGANI DELLO STATO”. E l’art. 1 comma 2 recita che “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione italiana”.

Fra le forme esiste la proposta di legge di iniziativa popolare (art. 71 comma 2) e pertanto nessuna classe politica può non considerare la volontà del popolo se vuole esprimerla… proprio perché il popolo è sovrano e non il parlamento.
Lei , come tanti altri, si domanderà come mai non possiamo uscire direttamente dall’Europa e sa perché? Molti non vi hanno dato importanza ma nella sostanza  non è possibile abrogare con i referendum previsti dalla Costituzione italiana quelle leggi di ratifica di trattati internazionali. Infatti  l’unico modo per far sentire almeno il parere del popolo sulla questione,  è attraverso un referendum consultivo, anche se non è vincolante. Questo genere di referendum non è previsto dalla Costituzione italiana e lo si può fare indire attraverso una legge costituzionale come già accadde nel 1989, unica volta in cui il popolo venne chiamato ad esprimersi sulla trasformazione delle comunità europee in unione europea, Unione che tengo a ribadire, nessuno immaginava si trasformasse nel mostro che ha dimostrato di essere.

Che cosa contraddistingue il suo comitato cittadino rispetto a tante iniziative politiche che si possono trovare online con contenuti similari e che riguardano proprio l’uscita dall’Europa?

Non ci siamo mai posti il problema di fare confronti e paragoni con altre iniziative. Tuttavia, purtroppo, oltre a noi, non abbiamo notato neppure da forze extra partitiche, al di là di proteste e lamentele, la volontà di intraprendere iniziative volte a coinvolgere la popolazione con gli strumenti che gli sono consentiti.
Così abbiamo pensato di farlo noi!

In Italia al di la delle social polemiche e delle propagande di alcune forze politiche che si dichiarano contro l’Euro e la Unione Europea,   si va di male in peggio,  visto che si è sempre più soggetti alle regole imposte dalla Unione Europea con la conseguenza di un continuo impoverimento, perdita di sovranità a tutti i livelli e in tutti i settori che si rispecchia nella svuotamento identitario degli italiani.

Il problema piu’ grosso è che abbiamo una classe politica che non ha compreso quale grave errore ha fatto nel sottoscrivere e ratificare determinati trattati europei, senza neanche porre delle riserve come hanno fatto altri Stati  così che non può più essere delegata in rappresentanza degli interessi di un popolo.

Che cosa vorrebbe dall’Italia e dagli Italiani?

Dall’Italia – se intende dire dallo Stato ed i suoi organi – vorrei innanzitutto che rispettasse la Costituzione italiana per quella che dice essa stessa di essere, ovvero la legge fondamentale dello Stato. Il che implica soprattutto l’esercizio della sovranità che appartiene al popolo, lo ribadisco ancora una volta.

E dagli italiani che rivendichino tale sovranità usurpata, ostacolata e negata fin dall’entrata in vigore della Costituzione italiana dalla classe politica, e che quanto meno utilizzino gli strumenti di cui dispongono per esercitarla. Strumenti che dovrebbero essere ampliati come proposero alcuni di noi nel 2012 quando presentammo una proposta di revisione della Costituzione con l’introduzione di maggiori strumenti di democrazia diretta seguendo il modello svizzero.

Quando andrete in Cassazione per depositare l’iniziativa?

La corte ci ha fissato ì’appuntamento per presentare la proposta il 12 giugno alle ore 10.30.

Dopo aver depositato in Cassazione il vostro progetto di legge, quali sono i tempi e le tappe per un’auspicabile ITALEXIT?

Come già detto non essendo previsto il referendum consultivo a livello nazionale occorre indirlo con una proposta di legge che deve essere approvata dal parlamento e solo dopo verrà indetto il referendum. Essendo la legge di natura costituzionale il suo iter legislativo è fra i più complessi e i più lunghi… ci conforta il fatto che non essendo vincolante questo genere di referendum, con un po’ di buon senso e rispetto nei confronti di un popolo sfruttato fino all’osso, venga approvata la legge in tempi accettabili e che il popolo possa finalmente esprimersi.

In attesa di altri aggiornamenti inerenti a questa iniziativa unica nel suo genere, ,salutiamo e ringraziamo Bruno Aprile fondatore del comitato uscita UE per averci concesso questa intervista esclusiva.