di Francesco Pontelli, economista – il Nuovo Giornale Nazionale – 21 marzo 2023

Il bail-in, che in Europa interviene per i depositi superiori ai 100 mila euro, mentre negli Stati Uniti Il limite è fissato a 250.000 dollari, rappresenta una forzatura del contratto di sottoscrizione dei servizi del depositante presso l’istituto bancario.

In caso di difficoltà dell’istituto bancario con questa normativa vengono chiamati a concorrere con le proprie risorse anche i semplici titolari di conti correnti.

In altre parole, si è imposta una metamorfosi contrattuale proprio attraverso l’introduzione del bail-in, sostenuta dagli organi istituzionali europei, quanto dagli Istituti bancari, attraverso appunto la metamorfosi di un contratto di servizio in una vera e propria sottoscrizione di rischi molto simile ad un investimento azionario.

Contemporaneamente, però, escludendo il correntista da ogni possibilità di intervento nella strategia gestionale dell’istituto.

Una normativa chiaramente a favore degli stessi parametri ed equilibri patrimoniali di ogni Istituto bancario, il quale beneficia della normativa relativa al bail-in utilizzata come merce di scambio con le istituzioni nazionali.

Il parziale salvataggio di Credit Suisse, tuttavia, propone un ulteriore passo verso l’obbiettivo della assoluta irresponsabilità degli istituti bancari come del loro management. All’interno della operazione, infatti , emerge come mentre le azioni del Credit Suisse, titoli di rischio, vengano acquistate da UBS rispetto all’ultima quotazione con una diminuzione del 68%.

Viceversa le obbligazioni, cioè i certificati di credito emessi dalla banca stessa ai risparmiatori, vengono azzerate per un valore complessivo di oltre diciassette (17) miliardi.

Si assiste in questo modo al sovvertimento totale del principio dell’investimento di rischio, il quale nello specifico risulta interamente a carico dei creditori, cioè gli obbligazionisti ma salvando i correntisti. Mentre, anche se solo in parte, viene indennizzato il settore delle azionisti i quali rappresentano il capitale di rischio.

Al di là delle soluzioni tecniche che verranno adottate per ricreare e soprattutto mantenere un colosso bancario elvetico nato dalla fusione dei due principali istituti bancari, l’effetto di questa strategia risulterà dirompente in relazione al rapporto fiduciario con il mondo del risparmio, tradito ancora una volta.

Privilegiare il titolo di rischio ed azzerare un titolo di credito rappresenta l’annullamento di un qualsiasi rapporto fiduciario tra imprese ed risparmiatori, la cui responsabilità andrà interamente a carico delle istituzioni statali quanto delle banche.

Questa strategia adottata per il salvataggio di Credit Suisse rappresenta l’annullamento di ogni certezza e un insulto nei confronti dei risparmiatori. Un’operazione che crea una voragine normativa nel diritto bancario senza precedenti.