Oggi gli amici la piangono, ricordandola così: “correva con la sua bici da una parte all’altra della città, “a tamponare le criticità. Non ci trasmetteva mai paura, che invece adesso impera senza sosta”.

A tenderle l’agguato, avvenuto a Pisa, è stato Gianluca Paul Seung, paziente della Capovani dal 2019. L’uomo, 35 anni, residente a Torre del Lago (Viareggio) era andato a cercare la dottoressa, per due giorni, fuori dal padiglione; il secondo giorno, vestito con abiti scuri, il volto coperto da una mascherina, in testa un cappello a visiera e sulle spalle uno zaino, ha atteso che la dottoressa, madre di tre figli, verso le 18 finisse il suo turno, uscisse e si avvicinasse alla sua bicicletta lasciata in una rastrelliera poco fuori il portone. Mentre era chinata e stava togliendo il lucchetto, l’aggressore l’ha sorpresa alle spalle colpendola ripetutamente sul cranio. 

Seung era in cura da tempo, aveva numerosi precedenti comprese molestie ad una minorenne e l’aggressione ad uno psichiatra dell’ospedale Versilia di Viareggio. Su Facebook si definiva uno “sciamano mediatore fra invisibile e visibile”, ed aveva denuncia a presunti complotti, nonché attaccato politici e magistrati; aveva, inoltre, creato un’altra pagina intitolata Associazione Adup ovvero ‘Associazione difesa utente psichiatrico’, e tra i suoi obiettivi c’erano anche i medici, compresa la dottoressa Barbara Capovani. 

Nel 2019, la Capovani aveva dimesso il suo futuro killer, con tale diagnosi: “narcisista, ma consapevole”.

Poi, la tragedia, avvenuta venerdì 21 aprile. Nel bollettino medico di sabato si capiva che ogni speranza era già svanita. “Iniziate le procedure di accertamento di mortecerebrale”, veniva fatto sapere dall’ospedale pisano alle 17:40. Adesso come da espressa volontà della professoressa nonché responsabile del “SPDC – Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura” dell’ospedale Santa Chiara, si procederà alla donazione degli organi. “Un ultimo atto di generosità di una donna che ha dedicato la sua vita a curare gli altri”, come riporta la Nazione.

Due minuti di silenzio ieri mattina, in tutti i dipartimenti di salute mentale d’Italia, che a Pisa sono durati molto di più. Psichiatri e operatori sanitari si sono radunati, commossi, davanti al reparto della struttura in cui lavorava Barbara. Tra lacrime e abbracci, il momento di raccoglimento si è poi concluso con un applauso. Per il giorno dei funerali, il sindaco di Pisa Michele Conti ha proclamato il lutto cittadino, osservando che «il dolore e la costernazione della famiglia» è anche «il lutto dell’intera città».