Addio Sean Connery, il “Re Artù” Scozzese

2020

Sean Connery nei panni di Re Riccardo
Sean nei panni di Robin Hood
Sean Connery nei panni di Re Artù

L’attore scozzese, sex symbol, primo ed eterno James Bond, si è spento nella sua villa alle Bahamas la notte del 30 ottobre, mentre la notizia è trapelata solo nel pomeriggio di ieri, 31 ottobre 2020. Il 25 agosto, sotto il segno della Vergine, aveva compiuto 90 anni.

Il suo ultimo film lo aveva girato nel 2003, La leggenda degli uomini straordinari, mentre la sua ultima comparsa l’aveva fatta in pubblico nel 2017, agli US Open e alla Festa del cinema di Roma per ritirare un premio alla carriera (il Marco Aurelio d’Oro).

Sean Connery fu il primo ad interpretare James Bond, l’agente 007 nato dalla penna di Ian Fleming, al servizio di Sua Maestà d’Inghilterra, per la prima volta nel 1962, in 007 – Licenza di uccidere (titolo originale Doctor No) per poi divenire, nel 1987, il sergente di polizia Malone ne Gli Intoccabili, vincendo un Oscar come attore non protagonista.

Dell’attore scozzese, fervente indipendentista, vogliamo ricordare i suoi ruoli “britannici” e, soprattutto, “celtici”, in particolare quelli arturiani

Seducente, rassicurante, emblematico, Connery assunse ruoli – nel cinema e ella realtà- anche controversi: da Robin Hood in Robin and Marian, regia di Richard Lester (1976) a Re Riccardo in Robin Hood: Prince of Thieves, regia di Kevin Reynolds (1991), quest’ultima interpretazione, l’avversario del protagonista (interpretò, infatti, il “fratello buono” tra i due re d’Inghilterra), gli valse tuttavia i commenti di chi sostenne che, nei panni del deuteragonista, avesse rubato la scena a Kevin Costner).

Connery fu dunque diversi personaggi dei miti fondanti d’Inghilterra, quale il Cavaliere Verde, in Sword of the Valiant – The Legend of Sir Gawain and the Green Knight, del 1984 diretto da Stephen Weeks e, soprattutto, Re Artù in il primo cavaliere (First Knight) del 1995 diretto da Jerry Zucker (con Julia Ormond nel ruolo di Ginevra e Richard Gere in quello di Lancillotto).

Sempre in materia arturiana, ma largamente rivisitata, divenne il mitico Henry Jones, padre dell’archeologo Harrison Ford in Indiana Jones e l’ultima crociata, (1989), regia di Steven Spielberg; mentre sempre in termini di spionaggio e di medioevo, fu l’inquisitore (buono) Guglielmo da Baskerville de Il nome della rosa, regia di Jean-Jacques Annaud (1986).

Poiché se da un lato Sean fu combattente in prima linea per l’Indipendenza della sua natia Scozia, dall’altro fu amatissimo nei ruoli prettamente britannici, e fu così ordinato baronetto dalla Regina nel 2002, diventando così Sir Connery, nonostante le sue dichiarate simpatie indipendentiste per l’amata Scozia.

Sir Thomas Sean Connery aveva compiuto 90 anni il 25 agosto. Tra i suoi riconoscimenti, un Oscar come miglior attore non protagonista (per “Gli Intoccabili” di Brian De Palma), tre Golden Globes, diversi riconoscimenti ottenuti in patria e una trentina di premi alla carriera tra cui anche un Telegatto.

Indimenticabile James Bond

Nato a Edimburgo, da un camionista e da una cameriera, aveva mantenuto sempre l’ironia che lo contraddistinse per tutta la vita : “Scambierei perfino l’Oscar – disse – per una vittoria al Masters di golf. Ma non sono abbastanza bravo, purtroppo”.

Due lauree honoris causa alle università di Edimburgo e St.Andrews e un omaggio speciale riservatogli da Harward dopo la parte dell’ispido scrittore di “Finding Forrester”, diretto da Gus Van Sant nel 2000, Sean Connery fu confermato per acclamazione come il miglior James Bond della saga di 007. Da “Licenza di uccidere” impugnò la pistola per  “Si vive solo due volte” (1967) nonché per  “Una cascata di diamanti” e “Mai dire mai”.

Sulle braccia, due tatuaggi “Mum and Dad” e “Scozia foverver”, fatti quando prestava servizio in marina: interrotta la ferma nel 1950 nella Royal Navy dove si era arruolato a 16 anni, a causa di un’ulcera gastrica, rinunciato a un contratto da calciatore, divenne attore quasi per seconda scelta: una scelta senz’altro vincente e immortale.

Sean Connery interpretò splendidamente anche Il cavaliere verde, personaggio fantastico della mitologia arturiana

Culturista, teneva molto alla forma fisica tanto da arrivare terzo alle selezioni di Mister Universo.

Con Sean Connery è certo che se ne va un simbolo di un’epoca, un James Bond, un Robin Hood e anche un Re Artù. Ma, come dice l’iscrizione rinvenuta nel 1191 a Glastonbury sulla tomba del sovrano britannico, “Re una volta e re in futuro” così Sir Sean sarà per sempre Connery.