Il 28 luglio, il capo della guardia presidenziale d’élite del Niger, il generale Abdourahamane Tchiani, si è dichiarato capo di stato dopo che i militari hanno preso il potere con un colpo di stato. Affermazione respinta a livello internazionale.

Il presidente nigerino Mohamed Bazoum era trattenuto dai militari dal 19 luglio scorso.

Il presidente nigeriano Bola Tinubu, presidente della Comunità ECOWAS, in una riunione di emergenza ad Abuja del 30 luglio, ha chiesto l’immediato rilascio e reintegrazione del presidente Bazoum entro una settimana, e ha espresso la sua posizione affermando che saranno prese tutte le misure necessarie, incluso l’uso della forza, per intervenire e ripristinare la democrazia nel paese in cui i militari hanno preso il sopravvento

L’unione politica regionale denominata Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) comprende quindici nazioni che rappresentano oltre 387 milioni di persone.

Le sanzioni e la minaccia della forza sono arrivate dopo una protesta di domenica nella capitale Niamey, dove migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione attaccando l’ambasciata francese, mentre bruciavano bandiere francesi, attirando gli interventi della polizia con gas lacrimogeni. In quell’occasione, sono apparse sventolare improvvisamente bandiere russe. Un “movimento” che sembra si stia diffondendo in tutto il Paese.

Il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha accolto con favore la conquista militare definendola come la lotta del popolo contro i colonizzatori (riferendosi alla Francia, che insieme agli Stati Uniti ha migliaia di truppe in Niger).

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha giurato con parole forti che ci sarebbe stata un’azione immediata e senza compromessi contro i golpisti nigerini, se i cittadini o gli interessi francesi fossero stati attaccati.

La Francia ha dispiegato per la prima volta truppe contro i jihadisti in Mali nel 2013 sotto il presidente socialista François Hollande, ma negli ultimi tre anni diversi colpi di stato militari nella regione e la continua presenza jihadista, hanno messo in luce i limiti della strategia militare e costretto la Francia a ridimensionare la sua presenza e concentrare i suoi sforzi in Niger, ultimo alleato occidentale.

Bazoum è stato un fedele alleato dell’Occidente nella lotta contro gli islamisti militanti, ed è stato anche un forte partner economico, entrato in carica nel 2021 nella prima transizione democratica e pacifica del potere del Niger dall’indipendenza nel 1960.

L’aumento dell’insicurezza e il declino delle prospettive economiche hanno contribuito alla fragilità del Paese. “Siamo filo-russi e non ci piace la Francia”, hanno dichiarato molte persone durante la manifestazione di domenica. “Hanno sfruttato tutte le ricchezze del Paese come l’uranio, il petrolio e l’oro. I nigerini più poveri non possono mangiare tre volte al giorno a causa della Francia”.

Il Niger, che conta più di 26 milioni di abitanti, di cui due su cinque vivono in condizioni di estrema povertà con circa 2 dollari disponibili al giorno, fa affidamento sugli Stati vicini come la Nigeria, per la fornitura di elettricità, e il Benin, per le operazioni portuali. I militari nel Niger, che non hanno sbocco sul mare, potrebbero non essere in grado di resistere a lungo contro una forza congiunta degli Stati dell’ECOWAS.