L’imprenditore 60enne Luca Ruffino, presidente di Visibilia, la casa editrice ex proprietà di Daniela Santanché, è stato trovato morto nel suo appartamento a Milano, due giorni fa.

Il presidente di Visibilia Editore Luca Giuseppe Reale Ruffino si è suicidato sparandosi nella notte tra sabato 5 e domenica 6 agosto. Stando alle prime ricostruzioni, Ruffino si sarebbe sparato con un’arma posseduta regolarmente, nella sua abitazione a Milano, affidando a un biglietto i suoi ultimi pensieri. Uno dei suoi due figli, non avendo sue notizie da qualche ora, si sarebbe recato nell’abitazione del padre in via Spadolini dove lo ha trovato morto.

Ha lasciato sei biglietti d’addio, per i suoi amici e familiari più intimi. Su tutti c’era scritto “dimenticatemi”. Dopo aver lasciato scritto l’addio alla compagna, i due figli, ai dipendenti e alle decine di migliaia di condomini che abitavano nelle palazzine che amministrava, l’uomo ha deciso di farla finita.

Sulla morte – sulla cui scelta sono esclusi i motivi di salute – permane un mistero: Ruffino aveva disposto l’acquisto di altre 40 mila azioni di Visibilia prima di morire. Una scelta curiosa, visto che dell’azienda di Santanchè era già primo azionista.

Le acquisizioni risalgono al 3 al 4 agosto tramite la Sif Italia spa, la società che lui stesso ha fondato nel 1986. Dalle comunicazioni al pubblico emerge che ai primi di agosto Ruffino aveva autorizzato l’acquisto di 40 mila azioni di Visibilia. La compravendita lo avrebbe portato al di sopra del 50%. 

Quanto riportato è fonte del fatto quotidiano, riportato anche da Open. Ora i figli si dicono distrutti e non capiscono il gesto. Si indaga anche su istigazione al suicidio, anche perché rimane il fatto che, come riporta Fanpage, la ministra del Turismo avrebbe ceduto a Ruffino la maggioranza delle azioni di Visibilia Editore prima in suo possesso. E proprio la procura di Milano sta indagando la ministra per bancarotta e falso in bilancio su Visibilia. Nell’inchiesta non c’era Ruffino, che non era mai indagato né è mai stato sentito dagli inquirenti.