Occhi azzurri, capelli biondi e sguardo aperto. Guardando Lucy Letby, infermiera nel reparto maternità dell’ospedale di Chester, nessuno penserebbe che si tratta di una spietata assassina di bambini. Eppure il tribunale di Manchester l’ha dichiarata colpevole dell’omicidio di sette neonati e del tentato omicidio di altri sei. 

Arrestata per la prima volta nel 2018, l’allora 28enne era finita nel mirino delle autorità dopo un sospetto aumento della mortalità dei neonati prematuri nell’unità ospedaliera dove lavorava. Una lunga indagine che ha coinvolta 70 persone tra ufficiali di polizia e personale civile ha portato più volte dietro le sbarre la donna, inizialmente rilasciata su cauzione, fino alla sua incriminazione nel 2020. Ha sempre negato ogni accusa ma le prove contro di lei hanno comunque spinto la giuria a giudicarla colpevole. 

Nata nel 1990, Lucy Letby è stata la prima della sua famiglia ad ottenere una laurea, dopo tre anni di studi infermieristici presso l’Università di Chester. Dal 2011 esercitava la professione e nel 2012 si era specializzata come infermiera di terapia intensiva pediatrica. Il suo compito era occuparsi dei bambini più gravi dell’unità. Nel 2016 era stata informata con una lettera formale che era sotto inchiesta per la sospetta morte dei bambini ed era stata spostata alle mansioni d’ufficio. Sette anni dopo si è ritrovata di fronte alla corte. L’accusa l’ha definita “subdola e calcolatrice”, in grado di ingannare i colleghi a sangue freddo per coprire le sue aggressioni omicide. 

La polizia ha sospettato di lei in quanto era l’unico membro del personale ad essere presente ogni volta che si verificata un collasso. Utilizzava metodi diversi per uccidere i neonati, tra cui quelli più frequenti erano iniettare dell’area del flusso sanguigno o nello stomaco, la sovralimentazione o l’avvelenamento con l’insulina. Molto bambini erano stati sottoposti a più tentativi di omicidio quando il primo falliva.  

In una nota trovata dagli inquirenti nell’abitazione dell’infermiera, c’era scritto: “Non merito di vivere. Li ho uccisi apposta perché non sono abbastanza brava a prendermi cura di loro. […] Sono una persona orribile e malvagia”. Il procuratore invariato del caso ha invitato la giuria a leggere quelle frasi come una vera e propria confessione. La pena sarà resa nota lunedì, ma sarà quasi certamente l’ergastolo.