Patrice Lumumba fu assassinato il 17 gennaio 1961 da un commando organizzato dal MI6 (come dichiarato, in occasione di un incontro con il parlamentare laburista Sir David Lea, da Daphne Park, console e primo segretario nell’allora capitale Leopoldville , oggi Kinshasa) con il coinvolgimento del Belgio e della CIA e ovviamente con il benestare del presidente Joseph Kasa-Vubu e del colonnello Joseph Mobutu.
Quando Lumumba, dopo la sua breve fuga, venne riportato in Congo assieme ai suoi due compagni Joseph Okito, vice presidente del senato e Maurice Mpolo, ministro dello Sport, ad “accoglierlo” all’aeroporto c’erano diversi ministri del Katanga (in piena secessione) fra i quali Godefroid Munongo, ma anche un’unità dei Caschi blu svedesi dell’ONU (l’allora segretario generale Dag Hammarskjöld, non aveva mai nascosto la sua ostilità verso il Primo ministro Lumumba). Moïse Kapenda Tshombe, presidente del Katanga e nemico giurato di Lumumba arriva poco dopo.
I tre prigionieri sono portati in una fattoria di un colono belga, dal commissario di polizia belga Frans Verscheure, il quale li fa scendere dal mezzo e li porta direttamente davanti al plotone di esecuzione comandato dal capitano belga Julien Gat.
Jean Olaniszyn
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Del nostro amico Jean apprezziamo la chiarezza, la precisione e il profondo interesse per la storia, che condividiamo.

Di uccisioni a scopo politico la storia è piena, “non si può regnare innocenti!”

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