La preoccupazione più grande dei referendisti, contrari e scettici è l’esposizione dei giovani skater e
utilizzatori dell’area di svago all’inquinamento da polveri fini. Per chi ancora non se ne fosse accorto,
a Mendrisio abbiamo una piscina comunale confinante ad una delle autostrade più trafficate della
Svizzera. Nondimeno, il Centro Sportivo Adorna è anch’esso situato in prossimità di una strada
cantonale altamente trafficata e inquinata, come si nota dal serpentone di auto che si viene a creare
ogni sera in direzione della dogana Brusata di Novazzano. Ed ancora abbiamo scuole medie, licei,
SUPSI, ecc. che si riversano in prossimità di strade e ferrovie che non creano nessun dissenso da
parte della popolazione. Un altro esempio concreto è lo skatepark di Lugano, che molti giustamente
elogiano, situato a lato di Via Trevano, asse stradale che conta un passaggio di automobili pari a 3
volte tanto quello di Mendrisio.
Sulla base dell’attuale mole di traffico della regione, non ci risulta che l’area dell’ex macello sia
sottoposta ad un tale flusso veicolare da mettere in pericolo la salute degli utilizzatori. I valori di
PM10 e PM2.5 (polveri fini) sono elevati in tutta Mendrisio e il traffico lo troviamo ovunque nel
Mendrisiotto, non certo in modo più particolare all’ex macello. Contrariamente, in futuro uno degli
obiettivi pianificatori della città consiste nell’abbassare il limite di velocità lungo il tratto stradale che
collega l’area di svago alla stazione, favorendo la mobilità lenta e le zone di incontro. Non da ultimo
il limite generale di 30 km/h indurrà ad una circolazione fluida che permetterà un abbassamento
delle emissioni di CO2, in futuro ancora più accentuato dalla costante espansione di automobili
elettriche che ridurranno le emissioni del traffico individuale motorizzato.
Per i contrari il “problema” rimane tuttavia uno skatepark situato in prossimità di 2 rotonde. Le
stesse persone che erano favorevoli all’ubicazione di un centro giovani, da un lato affacciato sui
binari e dall’altro su Via Stefano Franscini, ora si oppongono all’area di svago dell’ex macello. Delle
domande sorgono dunque legittime, non potrebbe essere che queste stesse persone in fondo uno
skatepark non lo vogliano? E che non vogliano supportare le lotte e le ambizioni dei giovani della
propria città non assecondandoli nel realizzare i propri sogni?
Dovrebbero essere le automobili ad adattarsi alle persone e non le persone ad adattarsi
alle automobili…
Associazione Momò Skateboarding