Non è la prima volta che qualcuno afferma di aver individuato la vera identità dell’assassino seriale più famoso di tutti i tempi, Jack Lo Squartatore, ma questo volta gli indizi sembrerebbero suggerire che potrebbe trattarsi di una vera rivelazione.
Sono passati ben 135 anni da quando un uomo misterioso e spietato aveva mietuto vittime tra le prostitute del quartiere londinese di Whitechapel, uccidendole e mutilandole con precisione ed efferatezza. Ad oggi sono stati numerosi i sospettati ma rimane tuttora un mistero insondabile, su cui molto appassionati continuano ad indagare. Sarah Bax Horton è una di loro, ma è anche la pronipote di un ufficiale di polizia che aveva collaborato all’indagine originale. Si potrebbe dire che il mistero di Jack Lo Squartatore scorre nel suo sangue e infatti, ha affermato di aver finalmente trovato il vero colpevole dei delitti che hanno terrorizzato la Londra vittoriana.
Stando alle sue ricerche si tratterrebbe del produttore di sigari Hyam Hyams. Inserito nella lista dei sospettati già all’inizio, non fu mai veramente indagato ma quello che emerge dai documenti che lo riguardano potrebbe rivelare che è proprio lui il serial killer più imprendibile di sempre. Produttore di sigari e malato mentale, Hyams viveva nelle vicinanze dei luoghi degli omicidi all’epoca dei fatti e i suoi tratti fisici corrispondono in tutto e per tutto a quelli forniti nelle descrizioni dei testimoni. Circa 30 anni, alto 1 metro e 70, andatura incerta, un braccio rigido e dimestichezza con strumenti taglienti che usava per lavoro, Hyams aveva una moglie che aveva più volte aggredito. Epilettico e alcolizzato, finiva sovente negli ospedali psichiatrici, anche nel 1889, dopo un arresto per reati minori. La sua cattura coincide con la brusca interruzione dei sanguinosi omicidi. Le ricerche della Bax Horton si basano sulle cartelle mediche dell’uomo e sul profilo dell’assassino di Whitechapel. Inoltre, gli omicidi sarebbero cominciati con il peggiorare delle condizioni di salute di Hymes: “Era particolarmente violento dopo le sue gravi crisi epilettiche, il che spiega la regolarità degli omicidi”, ha spiegato la ricercatrice.
I dettagli sullo studio svolto da Bax Horton sono riassunti nel suo libro “One-armed Jack: revealing the real Jack the Ripper”.