Il 22 settembre i cittadini saranno chiamati a votare sulla riforma della legge sulla previdenza
professionale (LPP).
La LPP in vigore è stata pensata per chi lavora a tempo pieno. Oggi sappiamo però che un terzo
delle persone è occupato a tempo parziale (soprattutto le donne). Inoltre, un numero crescente di
lavoratori è sì attivo al 100%, ma lo raggiunge cumulando vare percentuali ridotte. Questi modelli
flessibili, saliti alla ribalta in tempi recenti, risultano penalizzati dall’attuale LPP. Vari lavoratori non
raggiungono infatti il limite minimo per essere affiliati, oppure ricevono rendite molto modeste. Col
risultato di dover poi dipendere, una volta anziani, dalle prestazioni complementari (PC). Settore in
cui però a Berna le maggioranze politiche continuano a tagliare.
Il secondo pilastro è vantaggioso poiché gli averi di vecchiaia del lavoratore risultano quasi triplicati
tramite i contributi del datore di lavoro e gli interessi sul capitale. E’ quindi importante che un
maggior numero di persone possa venire affiliata. Con la riforma in votazione, circa 100mila redditi
saranno assicurati alla LPP per la prima volta. 360mila persone beneficeranno di una rendita più
elevata; 275mila di queste sono donne.
Un esempio significativo: oggi una persona che svolge 3 lavori e guadagna 30mila franchi all’anno
per ciascuno di essi dispone di una rendita di secondo pilatro di circa 4300 franchi all’anno. Con la
riforma, questa somma salirà a quasi 20mila franchi.
La riforma prevede da un lato un abbassamento della soglia d’entrata alla LPP (da 22’050 a 19’845
franchi): in questo modo, più persone beneficeranno del contributo del datore di lavoro. Dall’altro,
anche la deduzione di coordinamento verrà ridotta per gli stipendi bassi, di conseguenza una parte
più consistente di salario verrà assicurata presso la LPP.
A guadagnare dalla riforma saranno anche i lavoratori “over 55”, oggi penalizzati nelle assunzioni
dai contributi elevati che il potenziale datore di lavoro sarebbe tenuto a versare. Questo problema
è molto presente soprattutto nel nostro Cantone, dove i ticinesi devono fare in conti con la
concorrenza sleale di un bacino praticamente sterminato di potenziali frontalieri a basso costo. La
riforma prevede di ridurre il tasso dei contributi LPP per i lavoratori di più di 55 anni dal 18% al
14%, rendendoli così meno “costosi”.
In conclusione, dunque, la riforma LPP in votazione il 22 settembre è vantaggiosa per i lavoratori,
specie per quelli con reddito basso e per quelli impiegati a tempo parziale, che sono in
maggioranza donne. Anche gli “over 55” ne trarranno beneficio. Per chi è già in pensione, invece,
non cambierà nulla. La riforma aggiorna e stabilizza il modello svizzero di successo del sistema
previdenziale a tre pilastri. Tutti buoni motivi per depositare nell’urna un Sì convinto.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi