Il nuovo film su Caravaggio si intitola “L’ombra di Caravaggio”. E “l’ombra” non è una metafora: è un Inquisitore. Un Inquisitore che giura “per la croce e per la spada” a Sua Santità, Papa Paolo V, di indagare sull’eventuale eresia di Michelangelo Merisi da Caravaggio.

L’Ombra

Il Pittore, nel frattempo, si è rifugiato a Napoli e di qui è fuggito a Malta, dove, divenuto Cavaliere dell’Ordine, spera di ottenere la grazia dal Papa, per l’omicidio inavvertitamente compiuto ai danni di Ranuccio Tommasoni, durante una partita alla pallacorda.

La narrazione, però, è resa movimentata da continui flashback, saldamente legati tra loro dal racconto di Costanza Sforza, protettrice innamorata del pittore e dall’indagine eseguita con crudele zelo dall’Ombra, che non disdegna la tortura pur di estorcere la verità. ed è proprio la ricerca della Verità sul corpo e sull’anima di Caravaggio a far sì che lo spettatore penetri in un incredibile, vorticoso, affascinante e sanguinoso affresco dell’Italia del ‘600. La verità gridata negli ultimi istanti da Giordano Bruno, orribilmente incarcerato prima dell’esecuzione dal Sant’Uffizio guidato dal Cardinal Bellarmino, che il regista immagina aver incontrato Caravaggio nelle carceri romane; la verità ossessivamente ricercata e imposta dall’Inquisizione nonché il vero, ricercato e riprodotto dallo stesso Merisi.  

Un film con protagonista Caravaggio non sarebbe stato il primo (già si conta quello del 1986 con Nigel Terry che interpreta Merisi, Sean Bean nelle vesti del nemico Ranuccio e l’etera Tilda Swinton nei panni della prostituta Lena nonché la miniserie del 2077 con Alessio Boni nel ruolo del pittore – lo stesso anno il medesimo attore interpretava il Principe Andreij nella miniserie Guerra e Pace).

Questo di Michele Placido (una collaborazione Italia-Francia con Riccardo Scamarcio nei panni di Merisi, Louis Garrel in quelli dell’Ombra, lo stesso regista in quelli del Cardinal Del Monte, Micaela Ramazzotti nelle vesti di Lena, Isabelle Huppert in quelle della Sforza e la figlia dell’attrce, Lolita Chammah, in quelle di Anna Bianchini, l’altra prostituta-modella del pittore) è, quindi, un film innovativo, che pone al centro (anche) l’Ombra, ovvero un Inquisitore -personaggio immaginario – che, forse, potremmo essere tutti noi (crudeltà a parte) quando grida allo scandalo e al contempo si commuove per la travolgente, veridica bellezza delle opere del Merisi, da lui odiato, da lui amato.

Un film storico apprezzabilissimo per l’accuratezza storica degli abiti, dell’ambientazione e soprattutto dei personaggi, dai più famosi (ci sono tutti: Orazio Gentileschi, la figlia Artemisia, San Filippo Neri il Cardinal Del Monte, i Colonna, gli Sforza) ai più circoscritti alla drammatica vicenda di Caravaggio (Lena, Anna, i Tommasoni, la Melandroni, il rivale Baglione); un film storico crudelissimo e straordinario, per certi aspetti vietato ai minori, una finestra sulla storia, per catapultare lo spettatore nel cruento, inquisitorio, angoscioso splendido seicento.

Consigliato: assolutamente sì.

L’unica pecca: il trucco delle donne è troppo moderno.

Una chicca: sulla locandina francese, il protagonista è L’Inquisitore (Louis Garrel). Su quella italiana è, ovviamente, Caravaggio (Scamarcio).