San Efrem il Siro (306-373 d.C.), conosciuto anche come “Arpa dello Spirito Santo”, è una delle figure più luminose della Chiesa siriaca e dell’intera Cristianità. Nato a Nisibi (nell’attuale Turchia), fu diacono, poeta, teologo e santo, noto soprattutto per i suoi inni e poemi che hanno profondamente influenzato la teologia cristiana.


La Vita di Efrem il Siro

Efrem visse in un’epoca di grandi sfide per la Chiesa, tra le persecuzioni romane e il fiorire di varie eresie, come l’arianesimo. Cresciuto in una famiglia cristiana, fu allievo di Giacomo di Nisibi e, dopo la caduta della città nelle mani persiane nel 363, si trasferì a Edessa, dove trascorse gran parte della sua vita come asceta. Rifiutò sempre il sacerdozio e visse come diacono, dedicandosi alla preghiera, all’insegnamento e alla scrittura.

Efrem morì nel 373, lasciando un’immensa eredità spirituale e letteraria. Fu dichiarato dottore della Chiesa nel 1920 da Papa Benedetto XV, un titolo che sottolinea il valore universale del suo insegnamento.

Inno sulla Natività di Sant’Efrem il Siro, teologo (ca. 306-373)è

  Questa è notte di riconciliazione,
non vi sia chi è adirato o rabbuiato.

In questa notte, che tutto acquieta,
non vi sia chi minaccia o strepita.

Questa è la notte del Mite,
nessuno sia amaro o duro.

In questa notte dell’Umile
non vi sia altezzoso o borioso.

In questo giorno di perdono
non vendichiamo le offese.

In questo giorno di gioie
non distribuiamo dolori.

In questo giorno mite
non siamo violenti.

In questo giorno quieto
non siamo irritabili.

In questo giorno della venuta
di Dio presso i peccatori,
non si esalti, nella propria mente,
il giusto sul peccatore.

In questo giorno della venuta
del Signore dell’universo presso i servi,
anche i signori si chinino
amorevolmente verso i propri servi.

In questo giorno,
nel quale si è fatto povero per noi il Ricco
anche il ricco renda partecipe il povero della sua tavola.

Oggi si è impressa
La divinità nell’umanità,
affinché anche l’umanità
fosse intagliata nel sigillo della divinità.

a cura di Liliane Tami