Il primo romanzo horror della storia è comunemente considerato “Il castello di Otranto” (The Castle of Otranto), scritto da Horace Walpole e pubblicato nel 1764. Questo romanzo segna la nascita del genere gotico, una corrente letteraria che ha influenzato profondamente lo sviluppo della narrativa horror.
“Il castello di Otranto” combina elementi di terrore, soprannaturale, mistero e ambientazioni medievali, aprendo la strada a opere successive come “Frankenstein” di Mary Shelley (1818) e i racconti di Edgar Allan Poe. L’importanza del romanzo di Walpole sta nell’aver creato un ponte tra la narrativa medievale e il moderno horror gotico.
Trama
Il racconto si apre con una profezia secondo cui la famiglia che possiede il castello di Otranto sarà spodestata quando il legittimo erede diventerà troppo grande per abitarlo. Manfredi, il principe tirannico del castello, è ossessionato dalla sua discendenza e dal mantenere il potere.
Il giorno del matrimonio del suo unico figlio, Conrado, con la bella Isabella, Conrado muore tragicamente, schiacciato da un gigantesco elmo che si stacca improvvisamente da una statua nel castello. Manfredi, disperato per la perdita del suo erede, decide di divorziare dalla moglie, Ippolita, e di sposare Isabella per assicurarsi nuovi figli.
Isabella, terrorizzata dalle intenzioni di Manfredi, fugge nelle segrete del castello con l’aiuto di Teodoro, un giovane contadino misteriosamente legato al castello. Durante la fuga, emergono eventi soprannaturali: apparizioni di fantasmi, oggetti che si muovono da soli e segni che fanno presagire l’avverarsi della profezia.
Teodoro si rivela essere il legittimo erede del castello, discendente di Alfonso il Buono, il vero proprietario. Dopo una serie di eventi drammatici e rivelazioni, Manfredi perde il controllo e uccide accidentalmente sua figlia, Matilda, in un impeto di rabbia. Sconvolto dal senso di colpa e dall’avverarsi della profezia, Manfredi abdica e si ritira in un monastero.
Alla fine, Teodoro eredita il castello e si riconcilia con Isabella, ma non come un tradizionale lieto fine romantico: entrambi sono segnati dal dolore per le perdite subite.