di Nicola Schulz Bizzozzero-Crivelli, curatore della rubrica Hic et Nunc che si occupa di psicolo-gia, sanità e psicopatologia, e della Prof.ssa Donatella Marazziti

Il corpo, soprattutto nel mondo occidentale che pone grande enfasi sull’aspetto fisico, può diventare una ossessione. In psicologia non si parla, a livello di problematiche relative al fisico, solamente di disturbi del comportamento alimentare, che sono sicuramente i più diffusi: negli ultimi anni si registra un aumento importante del Disturbo da Dismorfismo Corporeo, che pare interessare l’1-2% della popolazione.

Che cosa è il Disturbo da Dismorfismo Corporeo

Se quando si ha un Disturbi della Condotta Alimentare, come l’anoressia, sovente è l’intero corpo a venir visto come non accettabile, chi soffre di dismorfismo corporeo ha un rifiuto per un singolo dettaglio o una singola parte. Queste patologie però sono accomunate dall’eccessiva preoccupazione per l’espetto fisico, dall’insoddisfazione per il proprio corpo e da una percezione distorta di alcune caratteristiche dello stesso. Chi ne è affetto può concentrare l’attenzione su qualsiasi parte del corpo, vedendo ad esempio la pelle con delle macchie, il seno troppo grande o il viso troppo magro. Le localizzazioni più frequenti sono la pelle (73%), il naso (37%), il viso e la sua forma (12%), gli uomini hanno maggiore probabilità di essere ossessionati dai genitali, dalla corporatura, dai capelli, mentre le donne tendono a concentrarsi sulla pelle, sull’addome, i fianchi e sulle gambe. Si tratta però di un vero e proprio disturbo, che porta a conseguenze importanti e impattanti sulla salute mentale e sulla vita sociale dei soggetti. Va sottolineato che nella maggior parte dei casi per le altre persone il difetto è minimo e compatibile con la normale variabilità, lo stesso non vale per chi invece ne fa il fulcro della propria esistenza.

Il rapporto tra DDC e DOC

Come fa notare Nicola Schulz, solamente negli ultimi anni ci si occupa del DDC, perché i pazienti che ne soffrono lo fanno in silenzio e non cercano un supporto psichiatrico o psicologico, magari senza nemmeno essere consapevoli che il loro è un vero e proprio disturbo, incluso nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DMS-5), nelle categorie di Disturbo Ossessivo Compulsivo e disturbi correlati. Infatti, le persone affette da Disturbo da Dismorfismo Corporeo sono ossessionate da uno o più difetti percepiti o immaginati nel loro aspetto, al punto da credere fermamente di essere brutti o sfigurati e mettono in atto una serie di comportamenti definibili come compulsivi. Tra di essi vi sono il cercare frequentemente rassicurazione dagli amici e della famiglia rispetto ai difetti, ottenendo solo un sollievo temporaneo e il controllare il proprio aspetto guardandosi allo specchio molte volte al giorno. Ciò però non fa stare meglio, che anzi nello specchio la persona trova la conferma del suo difetto e può mettere in atto comportamenti di grooming, nel tentativo di camuffarlo attraverso un taglio di capelli, l’abbigliamento o il trucco.

Le conseguenze del dismorfismo corporeo

Il difetto è così importante per i soggetti con questo disturbo che la preoccupazione in merito causa stress ciclico e compromette il funzionamento sociale e lavorativo, causa delle ossessioni, dell’ansia  e della scelta di evitare di normali attività a causa della paura che altre persone possono vederlo e provare repulsione. I pazienti con il Disturbo da Dismorfismo Corporeo possono isolarsi a tal punto di rinchiudersi in casa e non uscire mai, nemmeno per andare al lavoro.

Chi non sopporta un suo presunto difetto, al punto da soffrirne così tanto, cerca volentieri un aiuto da parte del chirurgo plastico: il 75% dei soggetti con questo disturbo ha richiesto un intervento non psichiatrico, senza rimanerne nella maggior parte dei casi soddisfatto. Il problema, infatti, come spiega Nicola Schulz, non è nel corpo bensì nella patologia che va affrontata e curata.

La preoccupazione di essere visti come superficiali non permette di chiedere aiuto

Le persone che soffrono di DDC difficilmente faticano a rivolgersi alla psicologia, preoccupati che chi scopre la loro ossessione li ritenga persone superficiali, sciocche e vanesie. Invece sono di fronte a un disturbo che va curato similmente a quanto si fa con il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Si usano dunque gli Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI), antidepressivi che producono un moderato miglioramento nei pazienti, con l’aggiunta della terapia cognitivo comportamentale (CCT) che pone enfasi sull’esposizione come prevenzione di risposta. Per i soggetti con Disturbo da Dismorfismo Corporeo si è dimostrata in grado di produrre un miglioramento marcato nel 50-80% dei casi. Nicola Schulz chiarisce come gli approcci terapeutici citati operano per aiutare il paziente ad identificare e modificare le proprie percezioni distorte del corpo. Si cerca di lavorare soprattutto durante l’esposizione a situazioni che producono ansia, come indossare un abito che mette “alla luce” il “difetto” invece di nasconderlo, per impedire le risposte di controllo citate prima.

La innegabile relazione con l’era dell’apparire

Il Disturbo da Dismorfismo Corporeo è purtroppo figlio della nostra società perché ha prevalenza maggiore in un contesto socio culturale che attribuisce grande valore all’essere attraenti e alla bellezza. Chi ne soffre infatti spesso ritiene fondamentale il fisico, ben oltre l’agire e il carattere. È un problema che la psicologia ben conosce, derivato dall’essere rinforzati sin da bambini per l’aspetto esteriore piuttosto che per il comportamento. Circa l’8% dichi soffre di depressione ha anche questo disturbo.

Nicola Schulz Bizzozzero Crivelli, Department of Clinical and Experimental Medicine, Section of Psychiatry and Department of Neurosciences, Section of psychiatry, University of Pisa. Degree in Psychology, Degree in Science of Tourism, Degree in Political Science and International Rela-tions, and Master in Criminology. Ending the specialization in Clinical and Dynamic Psychology. Assistant of the psychiatrist Donatella Marazziti, a psychopharmacologist, and Medical Director of the Azienda Ospedaliera Pisana (AOU) and Professor at the University of Pisa, Pisa, Italy, and at the Unicamillus University of Rome, Italy.

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